Francia, Germania, Grecia: domenica di elezioni in Europa

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Seggi aperti non solo in Italia, dove sono in corso le amministrative. Sarkozy e Hollande si giocano il posto all’Eliseo, ad Atene si vota per il Parlamento, test elettorale anche per Angela Merkel. Presidenziali, legislative e locali in Serbia

E' una superdomenica elettorale quella del 6 maggio in Europa. Oltre alle amministrative in Italia si svolgono infatti elezioni parlamentari in Grecia, segnata dal clima di difficoltà ed incertezza legato alla crisi, in Francia, dove il ballottaggio per le presidenziali potrebbe sancire un cambio al vertice del paese, e in Germania, dove sono chiamati a rinnovare il parlamento regionale gli elettori dello Schleswig-Holstein, in quello che viene considerato un altro difficile test per la cancelliera Angela Merkel. Non solo. Si vota per le presidenziali, legislative e locali anche in Serbia, paese che ha ottenuto lo status di candidato all'adesione all'Ue.

Elezioni in Grecia - Un clima di particolare incertezza regna in Grecia dove si affrontano 32 partiti, 10 dei quali potrebbero superare la soglia di sbarramento del 3%, con la conseguenza probabile formazione di un parlamento frammentato. Incerto l'esito del voto per i due principali partiti del Paese, membri della coalizione guidata dall'economista Lucas Papademos, Nuova democrazia e Pasok, che i greci duramente colpiti dalla crisi sembrano decisi a punire mentre da più parti vengono invitati a pronunciarsi contro l'Euro e i programmi di risparmio. Il leader conservatore Antonis Samaras ha escluso di voler ripetere la coalizione con il Pasok e non è chiaro quale maggioranza potrà essere formata se il voto farà emergere una maggioranza in suo favore. Ad ogni modo il nuovo governo dovrà comunque soddisfare le condizioni imposte da Unione Europea e Fondo monetario internazionale in cambio dei prestiti concessi al paese per evitare la bancarotta

Presidenziali in Francia - In Francia il voto potrebbe sancire l'alternanza alla massima carica dello stato tra il candidato presidente Nicolas Sarkozy, fedelissimo alleato di Angela Merkel e convinto sostenitore della sua politica in Europa e il candidato socialista Francois Hollande, che vuole integrare il fiscal compact con politiche di rilancio della crescita. L'attesa per il voto è grande anche in considerazione dell'esito dei sondaggi, che hanno dato per grande favorito Hollande per quasi tutta la campagna elettorale, ma che comunque hanno visto negli ultimi giorni risalire il suo avversario.

Prova elettorale per Angela Merkel -
In Germania Angela Merkel si trova ad affrontare un'altra prova elettorale, la prima di due test tanto importanti quanto difficili per il capo del governo. La Cdu di Angela Merkel sembra infatti avviata a una nuova sconfitta parlamentare regionale nello Schleswig-Holstein, dove sembra difficile che dal voto possa emergere una riedizione dell'attuale coalizione Cdu-Fdp. L'unica speranza per il partito della Merkel potrebbe essere quella di una grande coalizione con la Spd, in cui il partito maggiormente votato esprimerebbe il capo del governo. Ma l'attuale leader socialdemocratico nel Land, Torsten Albig, spera di potere evitare questa soluzione e optare invece per una coalizione tripartita con i Verdi e il movimento che rappresenta la minoranza linguistica danese. Angela Merkel, sottolinea la stampa tedesca, seguirà con particolare attenzione anche le elezioni in Francia e Grecia, che rischiano di mettere fortemente in discussione la sua politica europea di rigore e quella nazionale.

Al voto anche la Serbia - Si vota anche in uno dei paesi che si affacciano all'Unione Europea, la Serbia, paese candidato all'adesione. Sette milioni di elettori sono chiamati alle urne per le elezioni presidenziali, parlamentari e locali. Un appuntamento elettorale al centro del quale, per la prima volta da anni, i timori per la situazione economica sembrano destinati a pesare più delle rivendicazioni sul Kosovo e del tema delle relazioni con l'Occidente. Due gli schieramenti che si contendono i voti dell'elettorato: il DS, o Partito democratico che fa capo al presidente uscente, Boris Tadic ed il Partito progressista (SNS) serbo di Tomislav Nikolic, ex nazionalista convinto che con il tempo si è spostato su posizioni più moderate. Le elezioni presidenziali sono state anticipate di otto mesi e convocate dopo le dimissioni di Tadic il mese scorso, una mossa - commentano gli analisti locali - destinata nelle intenzioni del presidente uscente a dare maggiori chances al suo partito di fronte ad un elettorato deluso per il deterioramento della situazione economica e per le concessioni fatte all'ex provincia del Kosovo.

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