Egitto, scontri e sassaiole al Cairo: diversi feriti

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A 20 giorni dall'elezione del primo presidente della Repubblica del dopo Mubarak, salafiti e Fratelli musulmani sono scesi in piazza per chiedere ai militari la riconsegna del potere ai civili

Torna a salire la tensione in Egitto. Dopo le violenze costate la vita ad almeno 20 persone di mercoledì 2 maggio, manifestanti e forze di sicurezza governative sono tornate a scontrarsi nel quartiere al-Abbasiya, al Cairo.  Alla manifestazione hanno partecipato salafiti, simpatizzanti dei Fratelli musulmani, giovani della Coalizione della Rivoluzione e movimentisti del 6 Aprile. Tutti uniti nella richiesta della riconsegna del potere da parte dei militari ai civili, a 20 giorni dall'elezione del primo presidente della repubblica dopo le dimissioni di Hosni Mubarak.

L'inizio dei disordini - Gli scontri sono iniziati dopo che un gruppo di uomini armati ha attaccato un sit-in, organizzato dai militanti islamici salafiti nel quartiere di al-Abbassiya, per protestare contro l'esclusione del loro candidato Salah Abu Ismail dalle elezioni presidenziali che si terranno il 23 e 24 maggio a causa della doppia cittadinanza americana ed egiziana della madre.

Molti feriti, forse anche alcune vittime - Fonti governative hanno affermato che i feriti sarebbero almeno 128, 82 dei quali ricoverati in ospedale.  Secondo notizie circolate sui social network inoltre, la polizia militare ha arrestato due giornalisti del quotidiano indipendente El Badil, un cameraman della tv locale 25 Gennaio ed uno delle emittenti web del quotidiano indipendente Al Masry al Youm. Il Consiglio Supremo delle Forze Armate ha deciso di imporre il coprifuoco dalle 23 di venerdì sera fino alle 7 di sabato mattina nelle zone teatro degli scontri. Secondo alcune fonti mediche presenti in piazza inoltre due attivisti sarebbero morti, mentre una televisione locale ha riportato la notizia dell'uccisione di un agente. Da parte del governo, però, non è stata confermata nessuna vittima.

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