Afghanistan, attacco agli italiani: un morto e cinque feriti

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Michele Silvestri

Colpi di mortaio contro la Forward Operative Ice, in Gulistan, presidiata dai bersaglieri della Brigata Garibaldi. Nell'assalto è rimasto ucciso Michele Silvestri, 33 anni. E' la 50esima vittima. Di Pietro: "Siamo in una guerra che non ci appartiene"

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Un morto e cinque feriti, due dei quali in condizioni critiche, uno in particolare gravissimo. E' il bilancio di un attacco a colpi di mortaio ad una base italiana in Afghanistan. L'assalto contro la FOB (Forward Operative Base) "ICE" in Gulistan, nel settore Sud- Est dell'area di responsabilità italiana, assegnata alla Task Force South-East, su base del primo Reggimento Bersaglieri, è avvenuto intorno alle ore 18.00 circa (in Italia 14.30) del 24 marzo. Già nella mattinata  l'avamposto 'Ice' era stato preso di mira sempre a colpi di mortaio, che però erano finiti fuori dal perimetro.
La vittima è il sergente Michele Silvestri. Sale così a cinquanta il numero dei militari italiani che hanno perso la vita in Afghanistan dall'inizio della missione internazionale Isaf. 

La vittima -
"Non ce lo meritavamo" ha detto il padre del sergente ucciso esprimendo tutto il dolore della famiglia. Il sergente del 21/o Genio Guastatori di Caserta Michele Silvestri aveva 33 anni e abitava a Monte di Procida (Napoli) . Era spostato e aveva un bambino piccolo. Era giunto in Afghanistan lo scorso 14 marzo per la sua sesta missione militare all'estero. Il suo primo impegno oltreconfine era stato in Kosovo, successivamente in Iraq e più volte in Afghanistan. Il ritorno in patria era previsto tra sei mesi.
Il Genio Guastatori è impegnato normalmente nelle operazioni di "peacekeeping" che prevedono l'impegno dei militari nella ricostruzione di scuole, strade e ponti, in quella che in gergo viene definita cooperazione civile-militare.

Grave una soldatessa - Cinque i feriti, tra cui gravissima una soldatessa, Monica Graziana Contraffatto, 31 anni di Gela, volontaria di truppa in forza al 1/o Reggimento Bersaglieri di Cosenza.Nell'attacco rimangono feriti due suoi commilitoni, entrambi calabresi,Nicola Storniolo, di Nicotera (Vibo Valentia), e Salvatore De Luca, di San Giovanni in Fiore (Cosenza). Ad avere la peggio tra i due è De Luca, che è stato comunque stabilizzato. Storniolo, invece, ha riportato lievi ferite e le sue condizioni non destano alcuna preoccupazione. Gli altri due militari feriti sono uno del 41/o reggimento artiglieria 'Cordenons' e l'altro del 21/o reggimento Genio Guastatori di Caserta, lo stesso di Silvestri. A parte uno, medicato sul posto, gli altri vengono trasportati in elicottero nella base della coalizione piu' vicina, quella americana di Delaram, dove c'è il quartier generale del Regional command south-west.

La base "Ice" -
La base Ice, nel Gulistan (guarda il reportage di Sky.it), attaccata a colpi di mortaio, è presidiata dai bersaglieri della Brigata Garibaldi che, proprio in questi giorni, sta avvicendando la Brigata Sassari al comando della Regione ovest della missione Isaf della Nato. Nell'avamposto Ice, in particolare, sono presenti gli uomini del 1/o reggimento bersaglieri di Cosenza e quelli del 21/o reggimento Genio di Caserta, oltre ad unità di altri reparti.

Sale a 50 il bilancio delle vittime italiano - Con la morte del sergente Michele Silvestri sale a 50 il numero degli italiani deceduti nel corso della missione multinazionale Isaf in Afghanistan. L'ultimo caso risale al 20 febbraio scorso quando a perdere la vita erano stati il caporal maggiore capo Francesco Currò, il primo caporal maggiore Francesco Paolo Messineo e il primo caporal  maggiore Luca Valente, in seguito ad un incidente stradale avvenuto a  circa 20 Km a sud-ovest di Shindand.
Sono 4.200 i militari italiani che prendono parte alla missione multinazionale Isaf in Afghanistan. Il Contingente italiano di stanza a Herat è dal 29 settembre scorso al comando del Generale di Brigata Luciano Portolano, comandante della  Brigata "Sassari". Il Regional Command West (Rc-W), la zona sotto la  responsabilità italiana, è un'ampia regione dell'Afghanistan  occidentale, grande quanto il Nord Italia, che si estende sulle  quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah.

Le forze politiche: cordoglio e polemiche - In una nota il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso "solidale partecipazione al dolore dei familiari del caduto, rendendosi interprete per profondo cordoglio del Paese". Cordoglio anche da parte del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e da parte di tutte le forze politiche. Ma non mancano le polemiche. "Non ci vengano a dire che quando ci scappa il morto bisogna stare in silenzio, mettiamo fine - chiede il leader dell'Idv Antonio Di Pietro - a questa ipocrisia. L'Idv ha sempre chiesto, e oggi lo ribadisce a gran voce, che si ponga fine a tale martirio. Siamo in guerra, una guerra che non ci appartiene, vietata dalla Costituzione italiana". Anche il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro (Pdl) ritiene che "sia giunto il momento di pensare ad un rientro anticipato delle nostre truppe dall'Afghanistan".
E sottolinea: "Solo un mese fa i servizi segreti avevano confermato l'alto rischio per gli italiani. Credo che la nostra missione debba celermente giungere al termine sia perché abbiamo fatto tutto ciò che era possibile in quel territorio, sia perché ogni altra morte dei nostri militari risulterebbe ora difficilmente spiegabile".
Il Pd chiede al governo di riferire "al più presto" in Parlamento sulle circostanze di questa nuova tragedia e di "riflettere su come ricalibrare gli obiettivi della missione".

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