In crociera con i militari, contro il pericolo pirateria

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Non solo Costa Allegra che tra incendi ed avarie deve guardarsi anche dai predoni del mare. Il rischio è diffuso e sono 60 gli uomini della Marina impegnati da 4 mesi sulle navi private per fronteggiare possibili attacchi

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di Pamela Foti

Passeggiare sul ponte della nave, osservare il tramonto al largo dell’Oceano indiano, poi  imbattersi in un manipolo di militari del Reggimento San Marco. Cose che possono capitare sulle navi da crociera come ha rivelato l'incidente a bordo della Costa Allegra, la nave  che il 27 febbraio è rimasta bloccata a 200 miglia dalle isole Seychelles a causa di un’avaria ed è ora rimorchiata da un peschereccio francese fino all'approdo più vicino.
Sull’imbarcazione, come spiegano a Sky.it dall’ufficio stampa della Marina, viaggiano 8 militari. Si tratta di personale altamente specializzato, che ha il compito il proteggere da eventuali attacchi di pirati. Dall'estate scorsa, infatti, le compagnie di navigazione possono richiedere la presenza a bordo di uomini delle Forze armate o contractor. Anche le navi da crociera attraversano mari minacciati da assalti di pirati.
Buono a sapersi, anche se forse i passeggeri preferirebbero essere informati a priori del fatto che la propria crociera da sogno rischia di diventare un viaggio avventura. Nella fase iniziale di prenotazione di un viaggio con Costa crociere nell'Oceano Indiano attraverso il sito non abbiamo trovato alcuna segnalazione del pericolo pirati, né delle contromisure adottate dalla compagnia.
Il servizio di scorta alle imbarcazioni è previsto dall'articolo 5 del decreto 12 luglio sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero, dal titolo "Ulteriori misure di contrasto alla pirateria", che consente l'imbarco su navi italiane di Nuclei militari di protezione (NMP) della Marina. In altre parole, la presenza di fucilieri che garantiscano sicurezza. Un servizio offerto però a pagamento.
In base al protocollo d'intesa tra Ministero della Difesa, Marina Militare e confederazione italiana Armatori (Confitarma), firmato lo scorso 11 ottobre, le compagnie di navigazione devono infatti provvedere "al ristoro dei corrispondenti oneri mediante versamenti all'entrata del bilancio dello Stato entro sessanta giorni''. Insomma, vitto e alloggio e tutte le necessità durante la missione. Alla Marina spetta invece il pagamento dello stipendio mensile più l'indennità di navigazione. Capitoli di spesa ordinari, già a bilancio, che non gravano ulteriormente sulle casse dello Stato.
Per richiedere questo servizio, inoltre, le navi turistiche devono garantire precise norme di sicurezza. Devono ad esempio predisporre luoghi per il deposito delle armi e assicurare la presenza di una "cittadella fortificata". Si tratta di un'area ad accesso limitato e nella quale sono presenti tutti i comandi di bordo: in caso di attacchi dei pirati, il comandante, al sicuro all'interno della cittadella, può continuare con la navigazione e sfuggire alla minaccia degli assalitori.

La prima operazione dei Nuclei militari è iniziata il 28 ottobre 2011 con la protezione del Mercantile Montecristo. Le aree di maggiore impiego sono nell’Oceano Indiano e nel Mare Arabico.
"Ad oggi - chiarisce l'ufficio stampa della Marina  - i nuclei di protezione sono 10 e sono composti da fucilieri appartenenti alla Forza da Sbarco della Marina Militare (come i due marò della Enrica Lexie fermati in India, ndr). Ogni Nucleo è composto di circa 6 militari che, in alcuni casi, come le navi passeggeri, arrivano a 9 elementi. Per ovvi motivi non rendiamo noto né da quali porti salpino, né dove sbarchino". I pirati però, ammette la Marina, spesso riescono a sapere se a bordo di una nave è imbarcato personale specializzato e armato, oppure no.

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