Christian Wulff, un (ex) presidente sotto scacco

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Dalle pressioni sulla Bild per insabbiare alcune rivelazioni sul suo conto fino alla richiesta della procura di Hannover di sollevarlo dall'immunità. Tutte le tappe che hanno portato alle dimissioni della più alta carica istituzionale tedesca

(n fondo all'articolo tutti video sulle dimissioni di Wulff)

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di David Saltuari


A far saltare definitivamente la situazione, portando alle sue dimissioni, è stata la richiesta da parte della procura di Hannover, capitale della Bassa Sassonia, di togliere l'immunità a Christian Wulff, ormai ex presidente della Repubblica tedesca. Il caso su cui indagano i magistrati tedeschi, come ricorda lo Spiegel, riguarda alcune vacanze che il produttore cinematografico Groenewald avrebbe pagato a Wulff, all'epoca in cui questo era il governatore della Bassa Sassonia. Solo un problema politico in qualunque altro Land, un problema penale a Hannover, dove leggi molto severe vietano ai membri di governo di accettare ogni forma di regalo che possa avere a che fare con il loro mandato. A far insospettire la procura tedesca, sarebbero stati infatti i 5 milioni di euro di finanziamenti ricevuti in seguito dal produttore cinematografico, senza che questi realizzasse anche solo un film.

Lo scontro con la Bild - Ma le vacanze pagate da Groenewald sono solo l'ultimo di una serie di episodi che, a partire dal dicembre scorso, hanno sempre messo più in imbarazzo l'inquilino del palazzo di Belevue, la residenza presidenziale a Berlino. Alla fine del 2011, infatti, la Bild rivela che sempre Wulff, all'epoca in cui era governatore in Bassa Sassonia, aveva ricevuto un prestito particolarmente agevolato dall'imprenditore edile Egon Geerkens. A inguaiare ancora di più Wulff è stato poi il suo tentativo, con una serie di telefonate al direttore e al direttore della Bild di insabbiare la storia.

Nei guai il suo portavoce - A gennaio poi la procura di Hannover emette un mandato di perquisizione nei confronti di Olaf Glaeseker, ex portavoce di Wulff, indagato in merito a un a gestione non chiara dei finanziamenti di alcuni eventi pubblici e ai suoi rapporti con il faccendiere Martin Schmitd. E per quanto Glaeseker fosse già stato licenziato da diverso tempo da Wulff, molti giornali tedeschi si erano chiesti fino a che punto il presidente fosse al corrente degli affari del suo portavoce.

Una skoda scontata - A inizio di febbraio Der Spiegel rivela inoltre che, sempre nel suo ruolo di governatore, Wulff si era fatto vendere una Skoda a un prezzo di favore. Peccato che la Skoda appartenga alla Volkswagen, gruppo di cui il Land della Bassa Sassonia possiede il 20% e nel cui consiglio di amministrazione  dunque Wulff sedeva di diritto.

La successione
- Una serie di scandali piccoli e grandi, al limite della legalità, per quanto riguarda le leggi bassosassoni, che hanno portato via via, la popolarità di Christian Wulff sotto il 16% e praticamente quasi tutti i partiti nel Bundestag (a parte la CDU, dalle cui fila lui proviene) a chiederne le dimissioni. Per la Germania si tratta del secondo presidente della Repubblica che si dimette in pochi anni. Nel 2010 fu Horst Kohler a dover lasciare il posto, dopo un infelice commento riguardo ai soldati tedeschi in Afghanistan. Per il dopo Wulff si fa il nome di Joachim Gauck, pastore evangelico, ma soprattutto eroe dell'opposizione pacifica contro il regime della Ddr. Un alto profilo morale e istituzionale che dovrebbe garantire la presidenza della Repubblica da futuri scandali.

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