Pussy Riot, il gruppo punk femminista che sfida Putin

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Le Pussy Riot durante la performance in Piazza Rossa
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Età media 25 anni, identità nascosta da un passamontagna, il collettivo formato da una trentina di ragazze, si esibisce in concerti improvvisati nelle metropolitane. L'ultima performance, nella Piazza Rossa, è finita con un arresto. I VIDEO

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di David Saltuari

Otto ragazze con il volto coperto in piena Piazza Rossa salgono su un monumento per cantare "Putin ha paura", dura canzone punk contro il premier (e candidato alla presidenza), sventolando bandiere di protesta e dando fuoco a fumogeni. E' successo pochi giorni fa, a fine gennaio, a Mosca e la polizia è intervenuta subito arrestando le protagonista. Ma il video su Youtube è diventato subito una hit, in Russia e in tutto il mondo. Le protagoniste sono le Pussy Riot (qui il loro sito, qui l'account twitter), un gruppo punk femminista, nato negli ultimi mesi sull'onda delle proteste contro Putin, capaci di portare il dissenso fin sotto le mura del Cremlino.
Le ragazze, tutte intorno ai 25 anni, sono rimaste cinque ore confinate in un commissariato, due di loro hanno dovuto pagare una multa di 500 rubli (circa 12 euro), e tutte sono state accusate di aver manifestato senza autorizzazione. Intanto però hanno guadagnato l'attenzione degli elettori (che il prossimo 4 marzo dovranno votare per il nuovo presidente della Russia) e della stampa internazionale.

L'esibizione nella Piazza Rossa:




Tra i primi a riprendere la loro storia il britannico The Guardian, che racconta come il gruppo si è formato lo scorso settembre, dopo l'annuncio di Putin di volersi ricandidare alla presidenza. "Molte di noi non riuscivano a dormire dopo averlo sentito" racconta Tyurya, nome d'arte di una delle fondatrici del gruppo. Da allora la crew è cresciuta fino a superare le trenta persone e così hanno deciso che bisognava fare qualcosa di concreto.
Hanno iniziato a scrivere canzoni con testi che dicono "l'aria egiziana fa bene ai polmoni, trasforma la Piazza Rossa in Tahir", con riferimento alla primavera araba, cantandole poi in concerti non autorizzati nella metropolitana. Tutte performance finite sul loro canale Youtube

Le Pussy Riot improvvisano un concerto in una stazione della metro:



Il gruppo, tutto al femminile, difende con forza la scelta dell'anonimato. "Così dimostriamo che ognuno può fare quello che facciamo noi" dice una di loro. E non hanno paura della reazione della polizia. "In passato siamo già state arrestate dopo alcune manifestazioni. Non è pesante. Ti trovi circondata da gente perbene e normale, quelli che protestano contro Putin". Le cose per cui si battono sono maggiore democrazia in Russia, femminismo, ecologia e diritti per gay e lesbiche.
La performance più efficace per ora è stata quella nella Piazza Rossa. La scelta del luogo non è casuale. Proprio sulla quella piattaforma nel 1968 sette dissidenti protestarono contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia. "La politica imperialista sovietica prosegue con Putin. Il modo in cui tratta la gente non è cambiato molto dai  tempi sovietici", denunciano. E fino al 4 marzo c'è ancora tempo per nuove improvvisazioni.


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