Il Cnt annuncia: "La Libia è liberata". Folla in tripudio

Mondo
Libia, la folla festeggia la liberazione del Paese

A Bengasi, dove otto mesi fa è iniziata la rivolta contro il rais, migliaia di persone festeggiano la fine del regime. Autopsia su Gheddafi: è stato ucciso da un proiettile in testa. FOTO E VIDEO

Guarda anche:
LO SPECIALE MEDITERRANEO

FOTO: Misurata, fila per vedere il corpo del raìs - Gheddafi è morto: le immagini - A Tripoli la gente è in festa - La notizia fa il giro del mondo - La guerra in Libia (album) - Gheddafi in Italia (album) - Gheddafi, da 42 anni al potere - Il covo del Raìs - L'album di famiglia del raìs - Vita e morte di Gheddafi: tutte le foto

APPROFONDIMENTI: Le prove dell'oltraggio su Gheddafi - Gheddafi, la fine di un raìs - Da Ustica a Lockerbie, i segreti sepolti col colonnello - Il video della cattura - 42 anni di potere in Libia: tutte le tappe - Gli ultimi istanti del Rais: il racconto di un testimone - Gheddafi: "Morirò da martire nel mio Paese"

(in fondo all'articolo tutti i video sulla morte di Muammar Gheddafi)

Decine di migliaia di persone sono accorse a Bengasi, la città della Cirenaica da dove otto mesi fa è partita la rivolta contro Muammar Gheddafi, per ascoltare la dichiarazione ufficiale: "La Libia è stata liberata. La Libia è un Paese libero, voi libici siete liberi". Sul palco hanno parlato in tanti, hanno pregato, hanno letto passi del Corano, suonato l'inno nazionale.
Il raìs, dalle nuove autorità in festa a Bengasi non è stato praticamente nominato. Di lui hanno parlato invece a Misurata i medici che la scorsa notte hanno effettuato l'autopsia e che hanno riferito di aver individuato due proiettili nel suo corpo, uno in testa e uno nell'addome. Il primo, ha dichiarato uno dei dottori, è quello che l'ha ammazzato.

L'autopsia sul corpo di Gheddafi - Dalla Giordania, dove si trova per un Forum mondiale economico, il numero due dell'attuale governo ha tenuto a ripetere che comunque non si può sapere da chi sia stata sparata la pallottola mortale. (OLTRAGGIO SU GHEDDAFI, IL VIDEO)
"Dato che c'è stato un conflitto a fuoco - ha ribadito il premier Mahmoud Jibril, presidente del Cnt - il proiettile potrebbe essere arrivato dall'arma di una delle sue stesse guardie come da quella di un combattente della rivoluzione". E con ciò ha chiuso la questione.
Nessun accenno al figlio Mutassim, anche lui esposto come trofeo nella cella frigorifera di Misurata. E neppure alla sepoltura. Di nessuno dei due. Uccisi ormai tre giorni fa, le 24 ore di rito per un regolare funerale islamico sono ampiamente trascorse. Anche se, sempre il Cnt, ha ripetuto che le spoglie del colonnello saranno rese alla famiglia.

Il futuro della Libia - Jibril ha invece anticipato, seppure in termini piuttosto vaghi, l'evoluzione politica della situazione. "Entro un mese formeremo un governo ad interim - ha detto - Vi sono consultazioni. L'intero processo durerà approssimativamente da una settimana a un mese. Questa è la mia speranza, ma tutto potrebbe richiedere più tempo. Oppure meno".
Nell'esaltazione generale, anche i discorsi di Bengasi sono scivolati -  durante la cerimonia - dalle frasi altisonanti di giubilo verso alcuni primi accenni 'politici'.
"Alzate le vostre teste - ha gridato il vicepresidente Abdul Hafiz Ghoga alla folla che sventolava bandiere, batteva le mani e sparava in aria -. Siete libici liberi, liberi dal giogo di Gheddafi".

La proclamazione ufficiale -
Prima di lui, la proclamazione ufficiale: "Dichiariamo al mondo intero che abbiamo liberato il nostro Paese, con le sue città, con i suoi villaggi, le nostre più altre montagne, i deserti e i cieli tutti". L'ha osannato l'intera piazza, anche i bambini a cavalcioni sulle spalle dei ragazzi più giovani, molti ancora con i fucili mitragliatori in mano. Poi è stata la volta del numero uno del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, l'uomo che tra i primi ha abbandonato Gheddafi ma che era stato con lui 42 anni fa, quando il rais con un colpo di stato incruento aveva rovesciato re Idris dando il via a decenni di potere assoluto. Un discorso, il suo, più programmatico che di giubilo, un tentativo evidente di cominciare a conciliare le varie e diversissime anime della Libia.
Jalil ha fatto riferimenti alla sicurezza del Paese e al fatto che la Libia è un Paese musulmano. Alla folla ha chiesto "perdono, tolleranza e riconciliazione" e ha invocato "il rispetto della legge. Nessuno decida - ha detto - di farsi giustizia da solo". "Ci stiamo organizzando - ha aggiunto - per ridare sicurezza al Paese, stiamo costituendo un esercito nazionale che proteggerà i nostri confini e la nazione".

La Sharia sarà rafforzata - E poi la Sharia, la legge islamica che, ha promesso Jalil, sarà rafforzata e "sarà la base del nostro ordinamento". Decadono per esempio, ha spiegato, "la legge sul divorzio e sul matrimonio che non sono conformi alla Sharia" e "apriremo banche islamiche che non potranno dare interessi, vieteranno l'usura". Poi il numero uno del Cnt si è inginocchiato, un'ovazione ha accompagnato la sua preghiera.

Saif al Islam - Intanto però è ricomparsa una traccia di Saif al Islam, figlio ed 'erede' in pectore di Muammar Gheddafi. Un comandante militare del Cnt ha detto in una telefonata alla Reuters che i rivoluzionari l'hanno individuato a sud della città di Bani Walid e l'hanno circondato. Un'altra fonte, alcune ore dopo, ha annunciato la sua cattura. Ma non c'è nessuna conferma, e il giallo sulla sua sorte continua.

Mondo: I più letti

[an error occurred while processing this directive]