116 partiti e migliaia di liste: la Tunisia va al voto

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Dopo la caduta del regime di Ben Ali, domenica 23 ottobre si terranno le elezioni per decidere la composizione dell'Assemblea Costituente. Quattro le formazioni favorite, ma attenzione agli outsider

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116 partiti ufficialmente riconosciuti, una cinquantina bocciati o 'rimandati', e migliaia di liste, molte indipendenti, quasi tutte di area riformista.
Dopo aver inaugurato la cosiddetta "primavera araba", la Tunisia si prepara al voto di domenica 23 ottobre per eleggere l'Assemblea Costituente.
La partita per la vittoria delle elezioni sembra essersi ristretta a quattro giocatori. Ciò anche per lo scarso credito che viene dato ai 'nuovi arrivi', cioè a quelle formazioni sorte a ritmo incredibile nelle settimane seguite alla caduta del regime del dittatore Ben Ali e che si stanno presentando al giudizio dell'elettorato con programmi 'originali', se non addirittura improponibili, intrisi di sfrenato populismo e con ricette economiche che fanno inorridire gli analisti.

Il partito con la maggior visibilità è l'islamista Ennahdha, anche per via delle recenti dichiarazioni del suo leader Rached Ghannouchi che, dicendosi certo di ottenere la maggioranza dei consensi, ha insinuato che un risultato diverso sarebbe dovuto a brogli elettorali.
Il programma di Ennahdha è fortemente condizionato dalla sua matrice religiosa, ma i suoi esponenti hanno sempre sostenuto di essere portatori di una islam moderato dicendo di ispirarsi al 'modello turco' del Pkk di Erdogan e di avere preso le distanze dalla ideologia dei suoi esordi che lo poneva vicino ai Fratelli musulmani.
Altra formazione che potrebbe raccogliere molti consensi è quella dichiaratamente riformista della coalizione Pole De'mocratique Moderniste (Pdm), che raggruppa il movimento Ettajdid, il Partito socialista di sinistra, il Partito repubblicano, il movimento Tariq al Wassat.

Sempre in un'area riformista, ma con una posizione autonoma, è il Parti De'mocratique Progressiste (Pdp).
Altro partito che, secondo il suo segretario generale Mustapha Ben Jaafar, si prepara a governare e quindi confida in un risultato positivo, è 'Ettakatol', Foro democratico per il lavoro e le libertà, che nelle ultime settimane ha denunciato molti attacchi a sedi e attivisti.
Discreta presa presso l'elettorato paiono avere anche l'Union Patriotique Libre (Upl), il Parti pour le Progre's (Ppp) e il Parti Re'formiste Destourien (Prd). All'estrema sinistra si pone il Partito comunista dei lavoratori della Tunisia.

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