Giappone, lo tsunami responsabile del 90% delle vittime

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Giappone, lo tsunami ha provocato la quasi totalità dei danni
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Secondo i dati forniti dalle autorità, il sisma dello scorso marzo è stato il quarto più potente mai registrato al mondo e ha provocato un maremoto che ha sommerso un'area del Giappone estesa quasi quanto la città di Tokyo. FOTO E VIDEO

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Lo tsunami dell'11 marzo scorso è responsabile della quasi totalità dei danni (almeno 200 miliardi di euro) che hanno devastato il nordest del Giappone e di oltre il 90% delle vittime totali.
Il quadro che emerge dai dati è chiaro: il terremoto di magnitudo 9.0, il quarto più potente mai registrato al mondo, ha provocato un maremoto che ha addirittura raggiunto un'onda anomala record di 38,9 metri presso la penisola di Omoe, vicino alla città di Miyako, nella prefettura di Iwate.

La polizia nazionale ha reso noto che, con riferimento all'11 aprile, sulle 13.135 vittime accertate, ben 12.143, pari al 92,5% del totale, sono annegate per la forza dello tsunami che ha inondato la costa del Tohoku, il nordest dell'arcipelago, in prevalenza concentrate nelle tre prefetture più colpite di Iwate, Miyagi e Fukushima. Nel 4,4% dei casi, invece, la morte è stata provocata da crolli, cadute o altri infortuni, mentre nell'1,1% il decesso è legato a ustioni per gli incendi scoppiati, in prevalenza per la fuoriuscita di gas. Nel 65% dei casi, sempre secondo i dati forniti dalla polizia giapponese, a perdere la vita sono state persone di almeno 60 anni, con maggiori difficoltà motorie.
Nel terremoto di Kobe del 1995 la stragrande maggioranza delle morti fu invece causata dal crollo degli edifici e dagli incendi che si svilupparono.

Lo tsunami dello scorso marzo ha sommerso un'area del Giappone estesa quasi quanto la città di Tokyo, interessando una superficie di circa 561 chilometri quadrati, oltre i 507 inizialmente stimati.
I nuovi calcoli forniti dall'Autorità per l'informazione geospaziale (Gsi), nel controllo del ministero dei Trasporti e del Territorio nipponico, hanno fatto emergere che l'acqua dell'oceano è penetrata nell'entroterra in sei prefetture, contro le 4 originarie, in alcuni casi fino a una profondità di 20 chilometri. L'area temporaneamente sommersa, in base dell'Authority, è pari al 90% dell'estensione dei 23 distretti principali che costituiscono la capitale nipponica. La nuova mappatura è stata resa possibile dall'analisi delle fotografie aeree e delle immagini satellitari delle aree colpite, che spaziano dalla costa del Pacifico della prefettura settentrionale di Aomori a quella orientale di Chiba, confinante con Tokyo. La prefettura che ha subito i maggiori danni, in ordine di superficie allagata, è Miyagi (327 km/q), seguita da Fukushima (112 km/q), mentre la città più colpita è Ishinomaki (Miyagi), gemellata con Cinivtavecchia, che ha visto finire sotto la furia dell'acqua 73 km/q del suo territorio.

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