Wikileaks, la guerra è appena iniziata. Parola di hacker

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Il simbolo di Operation Payback
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I pirati informatici, dopo gli attacchi ad Amazon, Mastercard e Paypal, avvertono: la battaglia cibernetica a difesa della liberta su Internet proseguirà. Facebook e Twitter intanto hanno chiuso gli account utilizzati dagli attivisti pro Assange

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I pirati informatici filo-Assange vanno alla guerra: gli hacker promettono di intensificare la
battaglia cibernetica, annunciando di aver reclutato altre truppe. E le scaramucce iniziali si stanno trasformando in una vera e propria battaglia. Nelle ultime ore i sostenitori di Wikileaks sono riusciti a interrompere Mastercard e Visa; ed è partita subito la controffensiva: Facebook e Twitter hanno chiuso gli account utilizzati dal gruppo per lanciare l'operazione "Vendetta di Assange".

In una chat on-line con la Afp, gli organizzatori del gruppo Anonymous assicurano che un numero crescente di volontari sta ingrossando le fila a difesa di Wikileaks e del suo fondatore, Julian Assange. "Abbiamo iniziato con un piccolo numero di utenti (una cinquantina), ora siamo a circa 4.000".
"Il reclutamento avviene attraverso Internet, il che vuol dire ovunque: imageboard, forum, Facebook, Twitter...". Un portavoce ufficioso del gruppo, che dice di chiamarsi Coldblood, ha assicurato alla Bbc Radio che "la campagna non è finita, tutt'altro: si stanno aggiungendo volontari e sono sempre di più quelli che scaricano lo strumento che permette di sferrare l'attacco DDoS (distributed denial of service)". Coldblood, che parla con un accento inglese, ha detto di essere di essere un 22enne ingegnere del software: "Questa è una guerra, ma non la vostra guerra convenzionale. Una guerra cibernetica: stiamo cercando di mantenere Internet aperta e libera per tutti, nel modo in cui è ed è sempre stata"; e ha spiegato che nel mirino ci sono "principalmente le aziende che hanno deciso per una qualche ragione di non avere più a che fare con Wikileaks".

Julian Assange, 39 anni, australiano, è considerato dai sostenitori un paladino della libertà di stampa, ma ora si trova a fare i conti con le accuse di reati sessuali mosse contro di lui da due donne in Svezia. Arrestato martedì 7 dicembre a Londra, Assange resterà in carcere almeno fino al 14 dicembre. Per quel giorno il tribunale di Westminster ha fissato una nuova udienza sulle accuse di stupro e molestie sessuali che avrebbe commesso in Svezia.

Nei giorni scorsi sono andati temporaneamente fuori uso Paypal e il sito della banca svizzera Swiss Post Office; nelle ultime ore  un attacco informatico concertato è riuscito a interrompere Mastercard e Visa. Le azioni sono state esplicitamente definite "una vendetta" per le decisioni delle due società di carte di credito di congelare tutti i bonifici a Wikileaks, accusata di attività illegale; Mastercard ha riconosciuto di aver subito "una perturbazione" e fonti bancarie hanno ammesso che c'è stata un'interruzione al business globale. Più tardi, anche il sito di Visa è rimasto inaccessibile.
L'attacco degli hacker di Anonymous, battezzato "Operazione Payback", ha preso di mira anche il sito della procura svedese (che vuole interrogare Assange per l'accusa di molestia sessuale) e del governo svedese (prima il sito web del governo di Stoccolma poi il ministro della Giustizia). E non è finita, perché oltre-Atlantico i sostenitori di Wikileaks hanno colpito il sito web della paladina conservatrice del Tea Party, Sarah Palin, disabilitando le sue carte di credito e quel del marito Todd. Colpito anche il sito del senatore, Joe Lieberman, il primo a chiedere alle aziende Usa di ritirare il sostegno tecnico a Wikileaks.

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