Afghanistan, Emergency respinge le accuse

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Gino Strada
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Tre operatori della Ong italiana sono stati arrestati dai servizi segreti afghani per terrorismo. "Un'accusa ridicola" dice Gino Strada. Polemiche con la forza Isaf. Freddezza dalla Farnesina. LE FOTO DEGLI ARRESTATI

GURADA LE FOTO dei medici arrestati

I servizi segreti afghani hanno arrestato tre operatori italiani di Emergency - un medico, un infermiere e un tecnico della logistica - e 6 afghani che lavorano nell'ospedale di Emergency a Lashkar Gah, nel sud dell' Afghanistan. Pesante l'accusa: preparavano un piano per uccidere il governatore della provincia di Helmand con un attentato kamikaze e nascondevano in una stanza dell'ospedale 7 giubbotti carichi di esplosivo, bombe a mano, armi e munizioni. Un'accusa che Emergency definisce 'assolutamente ridicola'. In mattinata, Gino Strada terrà una conferenza stampa a Milano.

Gli arrestati sono l'infermiere Matteo Dell'Aira, coordinatore medico dell'ospedale, il chirurgo bresciano Marco Garatti e Matteo Pagani, tecnico della logistica. E sei afghani che lavorano nell'ospedale dell'associazione umanitaria fondata da Gino Strada a Lashkar Gah, nel sud dell'Afghanistan.

Emergency ha chiesto l'intervento del ministro degli Esteri italiano per risolvere la questione: "La Farnesina non può tirarsi fuori. E' vero che il progetto che Emergency sta portando in Afghanistan non è finanziato dalla cooperazione", come precisato da fonti della Farnesina, "ma ha ricevuto la conformità del ministero degli Esteri", e dunque il ministro deve intervenire per far "immediatamente rilasciare i nostri operatori".

Richiesta a cui Frattini non risponde ufficialmente anche se dalla Farnesina si afferma che si sta seguendo la situazione e si ribadisce "la linea di assoluto rigore contro qualsiasi attività di sostegno diretto o indiretto al terrorismo sia in Afghanistan così come altrove". Allo stesso tempo, inoltre, si riconferma "il più alto riconoscimento" del ministero, "al personale civile e militare impegnato in Afghanistan per le attività di pace". Polemiche sono sorte anche rispetto al coinvolgimento dell'Isaf, le forze internazionali, nell'arresto. I comandi occidentali negano di aver partecipato, ma un filmato realizzato da Emergency dimostra la loro presenza durante le fasi dell'arresto.

L'irruzione nell'ospedale di Emergency, scattata attorno alle 16.30 locali, sarebbe stata decisa dalle forze di sicurezza afghane dopo una soffiata arrivata da un informatore: un gruppo di talebani che si nasconde in Pakistan avrebbe finanziato un piano per uccidere il governatore Gulab Mangal, che nei prossimi giorni avrebbe dovuto visitare proprio la struttura di Lashkar Gah. Una versione confermata dallo stesso Mangal: "stavano pianificando degli attentati a Lashkar Gah e il loro primo bersaglio ero io". Per avere la collaborazione degli uomini di Emergency, ha poi spiegato il portavoce provinciale Duad Amadi, i talebani "avrebbero pagato una forte somma", quantificata in 500mila dollari. Che il complotto fosse già in una fase avanzata sarebbe confermato, sostengono gli afghani, dal ritrovamento di armi ed esplosivo all'interno dell'ospedale. Secondo le autorità locali, nell'irruzione sono stati recuperati sette giubbetti per attacchi suicidi, nove granate, cinque fucili e munizioni varie. In manette sono così finiti i tre italiani.

"Sono accuse assurde" le bolla Gino Strada. "E' la solita storia: Emergency in Afghanistan, e soprattutto in quella regione, è un testimone scomodo" degli atti compiuti dalle "forze di occupazione e da una 'specie' di governo" nei confronti della popolazione. Strada sottolinea però di "non poter escludere" la presenza di armi in ospedale. "Come non posso escludere - aggiunge però - che qualcuno possa entrare con una pistola in un qualunque ospedale italiano". Fonti italiane qualificate in Afghanistan ritengono comunque non addebitabile certo ad Emergency come associazione la presenza di armi in ospedale. "Bisognerà vedere le singole responsabilità, ma non si può escludere - sottolineano le fonti - che si tratti di una sorta di ritorsione per qualcosa avvenuto nei giorni scorsi o perché qualcuno di loro è andato a ficcare il naso dove non doveva o ha prestato soccorso alla persona sbagliata". Ipotesi che, indirettamente, non nega lo stesso portavoce di Emergency Maso Notarianni. "Stiamo operando in una situazione difficile visto che nella provincia di Helmand è in corso da settimane un'operazione militare che ha colpito molti civili, che spesso non potevano ricevere alcun soccorso".


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