Anna Politkovskaja è stata uccisa a Mosca

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Anna Politkovskaja - "Se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità (A. Schweitzer; dixit ripreso anche dal noto giornalista Rai Pino Scaccia).
Le sue parole spiacevano al Potere, sostengono in molti. Anna Politkovskaja condannava con forza la violazione dei diritti umani da parte dei militari russi in Cecenia.
Per questo è morta, dichiarano i colleghi. Per la libertà e la ricerca della realtà, motori della sua attività giornalistica. "La temevano, quindi l'hanno uccisa" è il titolo di apertura del quotidiano indipendente per il quale lavorava, Novaja Gazeta.

E' stata raggiunta da quattro colpi di pistola nell'androne del palazzo nel quale viveva. Hanno aspettato che prendesse l'ascensore e scendesse al piano terra.
Anna Politkovskaja ha iniziato a occuparsi di Cecenia nel 1999, durante la seconda campagna militare russa. Si è recata sul posto, nonostante sia ai giornalisti russi sia agli stranieri il Cremlino non rilasci accrediti per varcare la soglia della Repubblica del Caucaso. Ha raccolto dichiarazioni, ha intervistato la gente del posto ma, soprattutto, ha visto con i suoi occhi "l'inferno sulla terra … un altro mondo, una terribile Ade che si raggiunge solo attraverso lo specchio". Questa la definizione di Cecenia data nel suo lavoro del 2001 Una guerra sporca: una giornalista russa in Cecenia. Una raccolta di servizi cui segue Cecenia: il disonore russo. L'ultimo libro, pubblicato nel 2005 è La Russia di Putin.

Il silenzio - Alle 15.43 del 9 ottobre, a due giorni di distanza dall'omicidio di Anna, il Cremlino rompe il silenzio seguito alla morte della giornalista. "Faremo di tutto per risolvere il caso" dichiara il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.
Un silenzio inspiegabile per molti. Un silenzio rotto dalle manifestazioni spontanee che hanno invaso le strade di San Pietroburgo e Mosca. Un silenzio innaturale spezzato dalle parole della giornalista, lette, ricordate e pronunciate da chi non vuole che il suo lavoro sia dimenticato come quello dei 13 giornalisti uccisi dal 2000 a oggi.

Il lavoro - "Appunti disordinati ai margini della vita in Russia. Sto semplicemente vivendo e prendo nota di ciò che vedo". E proprio alcuni di questi appunti informi sembra siano all'origine dell'omicidio. La Politkovskaja stava lavorando ad un pezzo sulla tortura in Cecenia. L'articolo doveva uscire oggi, corredato da "importanti fotografie". Immagini di violenze e soprusi su civili, vittime della guerra cecena. Un articolo fatto di nomi e cognomi.

Novaja Gazeta - "Anna non aveva niente in comune con intrighi politici  e interessi finanziari. Costringerla al silenzio o pagare il suo silenzio era assolutamente impossibile.
Il suo dovere di cittadina e di giornalista era la ricerca della giustizia, della correttezza.
Su questo era inflessibile.
Anche nei tragici eventi ceceni cercava giustizia e correttezza, dall'inizio della guerra cecena fino a oggi, consapevole di quanto fosse pericoloso.
Noi non sappiamo chi e perché l'abbia uccisa. Possiamo solo avanzare due ipotesi.
Si è trattato della vendetta di Ramzan Kadyrov verso ciò che Anna scriveva e diceva.
Oppure dell'azione di coloro che desiderano far ricadere i sospetti sul Premier ceceno, che ora aspira alla carica di Presidente".
Questa è la posizione della redazione di Novaja Gazeta che quest'oggi titola, in prima pagina "i suoi assassini non dormiranno sonni tranquilli".

Proshaj Anja (Addio Anna)  - "In Russia si dice che quando non puoi cambiare il mondo intero, allora devi fare delle cose piccole che però vadano ad aiutare le persone. Il giornalismo russo ha ora la possibilità di aiutare le persone nella loro vita quotidiana e quando la loro vita quotidiana è squassata dalla catastrofe. Io ho deciso che è una bella teoria, che per me funziona". Anna Politkovskaja.
  
 
 

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