Dazi, Harley-Davidson sposta parte della produzione fuori dagli Usa

Economia
Solamente nel 2017 Harley-Davidson ha venduto in Europa 41mila moto (archivo Getty Images)

Con le nuove regole, ogni moto venduta in Europa costerebbe al cliente oltre 2mila dollari in più. L'azienda ha scelto di ampliare gli impianti in Australia, Brasile, India e Thailandia per non perdere un mercato da 41mila veicoli all'anno

Harley-Davidson, un mito delle motociclette Made in Usa, sposterà parte della sua produzione fuori dagli Stati Uniti. L'annuncio arriva dalla stessa azienda di Milwaukee, Wisconsin, che ha scelto di rispondere così alla guerra dei dazi tra Europa e Stati Uniti, scatenata dalle misure restrittive del presidente Donald Trump.

Gli aumenti delle imposte sulle moto

Secondo alcune stime comunicate dall'azienda, con i nuovi dazi ogni moto prodotta costerà ai clienti finali europei una media di 2.200 dollari in più (circa 1900 euro). Questo in seguito alle nuove tariffe dell'eurozona, che dal 22 giugno hanno portato i dazi sull'import delle moto prodotte oltreoceano dal 6% al 31% . Un incremento importante che, secondo Harley-Davidson, provocherà aumenti tariffari pari a 90-100 milioni di dollari all'anno. Una cifra, questa, che l'azienda ha escluso categoricamente di scaricare sui consumatori. "Aumentare la produzione internazionale per alleviare l'effetto dei dazi Ue non è la soluzione preferita dalla società, ma rappresenta l'unica opzione perseguibile per rendere le moto accessibili ai consumatori in Ue'', si legge in una nota riportata dal New York Times. Gli aumenti di produzione internazionali annunciati da Harley-Davidson entro i prossimi 18 mesi, riguarderanno gli stabilimenti collocati in Australia, Brasile, India e Thailandia. È da qui che, esclusi cambi dell'ultima ora, arriveranno le motociclette destinate ai rider europei, che solamente nel 2017 hanno acquistato 40mila vetture.

Economia: I più letti