Vino: nel 2016 settore al top, cresce anche il mercato interno

Economia
Nel 2016 i ricavi del settore vinicolo in Italia sono aumentati del 6% (Fotogramma)
Fotogramma_Vino

È quanto emerge da uno studio di settore condotto da Mediobanca che ha analizzato 140 società produttrici italiane e 14 tra le maggiori imprese internazionali quotate. Tra le imprese, per fatturato spicca la Cantine riunite&Civ

Il 2016 è stato un anno positivo per il settore vinicolo italiano, sia per il mercato domestico che per l'export. È il quanto emerso dalla ricerca annuale dell'Area studi di Mediobanca. Nel 2016 il fatturato è aumentato del 6% rispetto al 2015 ed è stato registrato il miglior progresso da quattro anni a questa parte. A trascinare la ripresa è ancora l’export (+6,6%) ma anche il mercato domestico, con un +5,3%, ha contribuito alla causa. Investire in società vinicole quotate, poi, continua ad essere un buon affare.

 

Lo studio di settore – L’indagine di Mediobanca è stata articolata in due sezioni. La prima ha riguardato le 140 principali società italiane operanti nel settore vinicolo che nel 2015 hanno fatturato più di 25 milioni di euro. Si tratta di aziende specializzate che agiscono su più regioni, i cui bilanci sono stati aggregati per il periodo 2011-2015. La seconda parte, invece, ha analizzato l’aggregato 2006-2015 delle 14 maggiori imprese internazionali quotate che hanno avuto un fatturato superiore ai 150 milioni.

 

Aspettative alte per il futuro –  La crescita del fatturato si fa sentire, prima di tutto, negli spumanti, che hanno fatto registrare un +13,6% rispetto al 2015, frutto sia della domanda interna (+14,1%) che oltre confine (+13%). Per quanto riguarda il 2017, le aspettative sono altrettanto alte, anche se prevale comunque la prudenza. A fronte del 90,1% delle aziende interpellate nell’indagine che hanno affermato di non prevedere cali nelle vendite rispetto ai dati del 2016, solo il 17,3% stima una crescita di oltre il 10%. E il maggior ottimismo, diversamente da quanto facciamo pensare i dati 2016, non è arrivato dalle società che producono spumanti, le quali hanno fatto da traino alla crescita.

 

Le aziende al top – Nel confronto tra le singole aziende, le Cantine riunite&Civ di Caprara (Reggio Emilia) si confermano ancora una volta il maggior gruppo italiano con 566 milioni di fatturato, pari a un +3,6% rispetto al 2015, seguite dalla Caviro di Faenza (Ravenna) e i suoi 304 milioni di fatturato (+1,1%); e la Palazzo Antinori di San Casciano Val di Pesa (Firenze) che completa il podio con 218 milioni e un +5,1%. Stabile in quarta posizione la Casa vinicola Zonin (193 milioni, +5,1%) di Gambellara (Vicenza), mentre è da segnalare la crescita notevole della Cavit cantina viticoltori di Trento al quinto posto (+6,7%, era al settimo posto appena un anno fa). Come fatturato la crescita più significativa è stata quella di La Marca vini e spumanti (+33,9%) di Oderzo (Treviso). Al top per redditività si piazza invece la toscana Compagnia de Frescobaldi (risultati al 22,5% del fatturato). Per finire, la Casa vinicola Botter Carlo&C., di Fossalta di Piave (Venezia), il cui fatturato arriva per il 96,9% dalle vendite all'estero, si è aggiudicata il titolo di campione di vendite fuori dal nostro Paese.

 

Investire nel vino conviene – Investire nelle società vinicole quotare in Borsa continua poi ad essere un buon affare. Nel 2016, infatti, l’indice mondiale del comparto è cresciuto del 522% rispetto al gennaio del 2001, contro una crescita dei listini mondiali del 121%. Nel Nord America il vino ha addirittura reso quasi sei volte la Borsa nazionale.

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