Jp Morgan, attacco informatico: a rischio 83 mln di clienti

Economia
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Secondo il New York Times quest'estate la banca americana avrebbe subito un'intrusione nei propri server. Sottratte informazioni dei correntisti, ma un portavoce assicura: nessun rischio per i conti. Google intanto rischia causa per 100 mln di dollari

Nomi, indirizzi, numeri di telefono, indirizzi e-mail di 83 milioni di clienti della banca Usa JP Morgan sarebbero stati messi a rischio dopo che un attacco hacker quest'estate avrebbe violato il sistema informatico dell'istituto. A darne notizia il New York Times, secondo cui i conti correnti di 76 milioni di correntisti e di 7 piccole imprese, sarebbero stati violati qualche mese fa nel corso di un'intrusione informatica nei server dell'istituto. Un portavoce della banca smentisce però il furto di dati, ammettendo solo la violazione dei server. Secondo la banca inoltre non sarebbero a rischio altri dati sensibili, come i numeri o le password per accedere ai conti bancari o i numeri della Social Security.

Attacco forse partito dall'Italia - Il New York Times, da parte sua, cita fonti molto vicine alle indagini che il gruppo bancario da tempo sta portando avanti per appurare i fatti. La nuova scoperta fa seguito a un altro attacco che fu svelato lo scorso luglio, e mette ancora una volta in evidenza quali sfide le banche di Wall Street si trovano ad affrontare per rendere i propri sistemi informatici sempre più sicuri contro le minacce che arrivano dal cyberspazio. A differenza di quanto avvenne lo scorso luglio, quando il furto dei dati di oltre un milione di correntisti fu attribuito alla Russia come rappresaglia in seguito alle sanzioni, il secondo attacco informatico sarebbe però partito questa volta "dall'Italia o dall'Europa Meridionale", stando a quanto affermano fonti investigative citate dal quotidiano americano.

Google rischia di pagare 100 milioni di danni - Nel frattempo anche Google rischia, almeno indirettamente, di pagare per i danni causati da un attacco informatico. L'avvocato Martin Singer, che rappresenterebbe alcune delle star di Hollywood le cui fotografie private sono state diffuse illegalmente poche settimane fa (il cosiddetto Fappening), ha minacciato di citare in giudizio il motore di ricerca chiedendo risarcimenti per almeno 100 milioni di dollari. Secondo il legale delle star Google continuerebbe ad indicizzare i siti che ospitano le immagini "rubate e ottenute illegalmente" per poter "fare milioni". Da parte sua Google ha risposto sostenendo di aver già cancellato decine di migliaia di file, quando gli è stato richiesto, e di aver chiuso diverse centinaia di account della propria piattaforma blog che ospitavano le foto incriminate.

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