Google e Facebook, se la tecnologia passa anche per le lobby

Economia
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I due colossi della Rete sono molto attivi anche a Washington e dintorni: lo dimostrano gli ultimi dati sulle spese per coltivare buone relazioni con legislatori e rappresentanti del governo americano. I DATI

di Raffaele Mastrolonardo

Si sfidano in Rete, nella promozione di Internet nel mondo, nelle acquisizioni di start-up innovative e da un po' di tempo anche a Washington. A guardare i dati degli investimenti in attività di lobbying relativi al primo trimestre dell'anno, Google e Facebook sembrano avere deciso che una partita importante si gioca anche lì. E nessuno dei due la vuole perdere. Dai dati forniti dalla Camera dei rappresentanti americana, il motore di ricerca e il social network figurano infatti, rispettivamente, al primo e al secondo posto nella classifica di chi ha speso di più per coltivare buone relazioni con legislatori e rappresentanti del governo nei primi tre mesi del 2013: 3 milioni e 800 mila dollari contro 2 milioni e 800 mila. Dietro alla coppia regina si piazzano due colossi tradizionali del settore, Microsoft (2 milioni e 100 mila dollari) e Oracle (1 milione 500 mila).

Il grande balzo - Se la presenza di Google al primo posto non stupisce visto che è ormai da qualche anno che il motore di ricerca guida la banda delle aziende dell'hi-tech, il balzo di Facebook, invece, è piuttosto sorprendente, dal momento che la cifra è doppia rispetto al periodo precedente. Nel 2013, poi, secondo i dati di OpenSecrets, l'azienda di Mark Zuckerberg era “solo” quinta come investimenti in lobbying, dietro anche a HP. Non male ma comunque fuori dalla top 3. All'inizio del 2014, invece, il grande salto per il quale, però, c'è anche una spiegazione contabile. Come riporta il Wall Street Journal, tra le somme computate in questo trimestre ci sono anche alcuni compensi per i lobbisti sotto forma di azioni del social network. Non si tratta, strettamente, di contanti ma queste forme di remunerazione vanno comunque a far salire il totale.



Dalla privacy alle lenti a contatto - Quanto ai temi sui quali Mark Zuckerberg intende far pressione sui decisori, ci sono tutte le questioni sulla privacy online, ancora più delicate dopo il cosiddetto scandalo datagate, le politiche sull'immigrazione, per una riforma delle quali Zuckerberg si è speso in passato, e le modifiche al Children's Online Privacy Protection Act, la legge americana che disciplina l'accesso dei bambini ai servizi web. Google, invece, ha recentemento messo un nuovo argomento nel mirino dei suoi addetti al lobbying, la salute, segno che questo è un campo nel quale è pronta ad investire. Al proposito, il motore di ricerca ha parlato solo di “tecnologie avanzate basate su sensori”. Tra queste potrebbero rientrare le lenti a contatto intelligenti pensate per misurare il livello di glucosio nel sangue dei pazienti affetti da diabete che l'azienda ha annunciato all'inizio dell'anno.

Soldi hi-tech – Ma non si tratta solo di Google e Facebook, tutto il settore tecnologico americano nel suo complesso è sempre più attivo quando c'è da coltivare buone relazioni con il governo e il congresso. Nel 2013 il comparto ha investito in lobbying, secondo il sito OpenSecrets, oltre 140 milioni di dollari. Solo le aziende farmaceutiche, energetiche e assicurative, tradizionali bastioni della attività di relazione con i legislatori, hanno fatto meglio. In dieci anni l'investimento in influenza dei grandi colossi della tecnologia è cresciuto del 75 %, un altro segnale dell'ascesa economica e della crescente rilevanza nella vita delle persone di queste aziende. Quest'anno, rispetto al 2012 il settore tecnologico ha guadagnato due posizioni nella classifica.



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