Tutti pazzi per il Ces, ma nel 2014 si spenderà meno

Economia
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I gadget presentati alla fiera di Las Vegas lasciano, come al solito, a bocca aperta. Ma per l'anno in corso le stime prevedono una contrazione dei consumi. E il settore non ha ancora trovato la prossima gallina dalle uova d'oro

di Raffaele Mastrolonardo

Spazzolini da denti intelligenti, schermi curvi in varie salse, televisori ad altissima definizione e tecnologia wearable, ovvero da indossare, a volontà. Anche nell'edizione 2014 il Ces, la più importante fiera dell'elettronica di consumo del mondo, non si è fatta mancare nulla regalando il consueto diluvio di gadget che ha mandato in visibilio gli appassionati di hi-tech e i media. Il problema però, almeno secondo alcune stime, è che difficilmente quest'ultima ondata di meraviglie luccicanti spingerà i consumatori a spendere di più nel corso dell'anno. Anzi, come rivela un'indagine realizzata dalla Consumer Electronics Association (CEA), l'associazione che organizza la fiera, nel 2014 la spesa in dispositivi calerà. Tutta colpa, dicono, della fine del boom di smartphone e  tablet di fascia alta e dell'assenza di un adeguato sostituto per questi prodotti.

I numeri – Secondo la CEA, infatti, il consumo globale di dispositivi elettronici si fermerà nell'anno in corso a 1.055 miliardi di dollari, ovvero l'1 per cento in meno rispetto al 2013. Il calo più grosso si avrà in Asia (- 8 per cento) e in Europa occidentale ( - 6 per cento). In negativo anche gli Stati Uniti seppure in misura più contenuta ( - 1 per cento) rispetto agli altri due mercati principali. Progressi invece in Medio oriente e Africa (+ 6 per cento) e in America Latina ( + 2 per cento) ma non abbastanza da compensare le diminuzioni registrate altrove. Insomma, nonostante l'ottimismo registrato tra gli stand del CES sarà un anno complesso. Tra le ragioni delle difficoltà individuate dal report della CEA c'è la saturazione del mercato dei telefonini e dei tablet di fascia alta che hanno guidato al crescita negli ultimi anni compensando il calo di altri prodotti come i Pc. Per continuare a vedere crescere i volumi di vendita i produttori dovranno puntare su dispositivi meno costosi, più adatti ai segmenti di consumatori meno abbienti nei mercati emergenti che devono ancora abbandonare i cellulari normali. Il risultato è che il prezzo medio di un telefonino intelligente scenderà nel 2014 a 297 dollari contro i 345 del 2013 e i 444 del 2010.

Che tecnologia mi metto? – Le statistiche dicono dunque che, per quanto sempre remunerativa, la gallina dalle uova d'oro degli ultimi anni sembra oggi meno in forma. Resta da capire quale nuova categoria di prodotti possa prendere il testimone e trainare una nuova crescita. A giudicare dalla ridda di presentazioni e dall'enfasi del marketing, il settore sembra scommettere molto sui wearable, tecnologie che si indossano come orologi e occhiali intelligenti o braccialetti che misurano parametri come la pressione, il tasso di attività fisica, la qualità del sonno. Secondo Shawn DuBravac della CEA, nel 2014 saranno venduti 1,5 milioni di smartwatch. Mentre una recente indagine di Accenture conferma che la curiosità per questi prodotti è in progresso. Il 54 per cento degli intervistati dalla società di analisi e consulenza si è detto interessato ad acquistare un'applicazione o un dispositivo di monitoraggio della salute; il 52 per cento ha espresso la medesima disponibilità per sistemi che aiutino a tenere sotto controllo la forma fisica. Tuttavia, potrebbe volerci un po' di tempo prima che simili tecnologie abbiano un impatto significativo sulla spesa globale. Secondo ABI Research, il mercato dei wearable raggiungerà i 6 miliardi di dollari solo nel 2018.

IT: + 3,1% – Le previsioni poco ottimistiche sul fronte dell'elettronica di consumo sono fra l'altro confermate anche dal mercato dell'information technology più generale, quello che comprende anche le tecnologie per il business. Secondo Gartner, la spesa in IT crescerà del 3,1 per cento nel 2014 per assestarsi a 3.800 miliardi. Il problema è che queste stime – già di per sé non eccezionali - sono state riviste al ribasso rispetto a tre mesi fa e che, secondo la società di analisi, la crescita delle vendite potrebbe essere accompagnata da un declino dei profitti.

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