Squinzi: "Bene le misure sull'occupazione, ma non bastano"

Economia
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi

"Non sono sufficienti alcuni incentivi per ricreare i posti di lavoro" dice il presidente di Confindustria. Il centro studi di Viale dell'Astronomia rivede al ribasso le stime sul Pil e posticipa la ripresa al quarto trimestre del 2013

Le misure sull'occupazione licenziate dal governo vanno nella giusta direzione ma non bastano. Così il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, nel presentare la relazione del Centro studi Confindustria. "Le misure prese ieri (mercoledì 26, ndr) danno la percezione che chi ci governa sa che è il lavoro il cuore del problema, anche se non bastano alcuni incentivi per ricreare i posti di lavoro - ha detto Squinzi - per farlo bisogna ritrovare la crescita, e a ritmi elevati".

"Avanti sui pagamenti dei debiti alle imprese" - Squinzi è tornato inoltre a chiedere il pagamento dei debiti alle imprese da parte delle Pubblica amministrazione, affermando "i 40 miliardi stanziati sono un primo risultato ottenuto ma ora bisogna andare avanti e utilizzare tutti gli strumenti disponibili per chiudere la partita". Squinzi ha poi sottolineato che le misure sulla crescita "per produrre effetti rapidi sull'economia vanno applicate subito: i provvedimenti attuativi devono essere adottati immediatamente". "Non possiamo perdere l'occasione per far lavorare alacremente e serenamente questo governo, che ha davanti un percorso difficile ma rispetto al quale nessuno dovrà mettersi di traverso. Anche il senso di responsabilità è una leva per la crescita", ha concluso il numero uno degli industriali.

Confindustria: ripresa solo nel terzo trimestre 2013
- "Ogni previsione ci mostra un quadro peggiore del precedente, non vorrei essere io che porto rogna" ha scherzato poi Squinzi nel commentare l'ultimo rapporto del Centro studi di viale dell'Astronomia che ha rivisto al ribasso la dinamica del Pil. Confindustria sposta in avanti, al quarto trimestre del 2013 (per poi consolidarsi nel 2014) una ripresa dell'economia italiana che si preannuncia comunque "molto lenta", e rivede in peggio il Pil: 2013 a -1,9% da -1,1% e quello 2014 allo 0,5% dallo 0,6%

Istat: in 5 anni persi 700mila posti di lavoro under 30
- Pesante anche il quadro tracciato dall'Istat nell'indagine conoscitiva sulle misure per  fronteggiare l'emergenza occupazionale, in commissione Lavoro alla  Camera. In 5 anni il tasso di occupazione dei giovani under 30 è sceso di circa 7 punti percentuali, raggiungendo il 32,5%. Tra il 2008 e il 2012, infatti, gli occupati  tra 15 e 29 anni sono diminuiti di 727.000 unità. Il tasso di disoccupazione dei giovani, tra il 2011 e 2012, è  aumentato di quasi 5 punti percentuali, dal 20,5 al 25,2% (dal 31,4 al 37,3% nel Mezzogiorno); dal 2008 l'incremento è di dieci punti. Sono stati relativamente più colpiti i giovani con titolo di studio più basso, in modo particolare quanti hanno al massimo la licenza media (+5,2 punti).

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