Banda larga e digital divide, una corsa a ostacoli: MAPPE

Economia
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Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha pubblicato i bandi per portare Internet a ogni italiano entro il 2013. Nel frattempo, però, Bruxelles ha tagliato i fondi per la banda ultraveloce nelle zone rurali. INFOGRAFICHE: EUROPA e ITALIA

di Nicola Bruno

Azzerare il digital divide entro il 2013 e portare Internet superveloce (almeno 30 Mbps) in tutta Europa entro il 2020. Questi due degli scopi dell'Agenda Digitale dell'Unione Europea, recepiti anche in Italia con il decreto Sviluppo. Se gli obiettivi sono chiari, resta ancora da vedere come si riuscirà a raggiungerli, a cominciare dal problema principale: la disponibilità dei fondi necessari per cablare tutte le zone rurali del vecchio continente. Proprio su questo fronte, negli ultimi giorni da Bruxelles e Roma sono arrivati segnali opposti: da una parte il Ministero per lo Sviluppo Economico ha pubblicato i bandi per azzerare il divario digitale in Italia entro la fine dell'anno. Dall'altra parte, invece, l'Ue, nell'ambito delle negoziazioni sul bilancio 2014-20, ha drasticamente ridotto il budget per la banda superveloce.

Gli investimenti italiani - 900 milioni di euro (di cui 237 privati) per dotare ogni cittadino italiano di una connessione di almeno 2 Mbps e, al tempo stesso, accelerare lo sviluppo della banda ultra-larga (da 30 Mbps a 100 Mbps) per il 40% dei cittadini di Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia. Sono questi gli obiettivi dei bandi avviati nei giorni scorsi dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Attraverso queste misure, spiega il Ministero, si potrà portare la banda larga a 2,8 milioni di cittadini residenti in 3600 località che attualmente risultano del tutto sconnessi. Secondo i calcoli del Ministero guidato da Corrado Passera, a fine 2012 in Italia il 4,4% della popolazione residente non era raggiunto né dalla rete fissa, né da quella mobile di nuova generazione (come il 3G o WiMax). Molte delle aree disconnesse si trovano in regioni del sud che rientrano anche tra le beneficiare degli investimenti per portare la banda ultraveloce (guarda la MAPPA interattiva).

Tagli a Bruxelles - Ma dall'Unione Europea è arrivata invece una brusca frenata, con i fondi ridotti da 9,2 a 1 solo miliardo di euro. Il fatto che sia stata fatta nell'ambito delle negoziazioni per il cosiddetto 'bilancio dell'austerità' (che, per la prima volta dalla nascita dell'Europa Unita, ha portato a una riduzione del budget comunitario), non è servito a fermare le polemiche. Che sono arrivate sia dal settore privato che dalle altre istituzioni Ue. La protesta più esplicita è stata quella del Vice Presidente della Commissione UE con delega per l'Agenda Digitale, Neelie Kroes che, su Twitter ha subito parlato di "un'occasione persa". In un commento più approfondito pubblicato sul blog ufficiale, Neelie Kroes ha poi spiegato che la somma stanziata (1 miliardo di euro) "non permette di investire nelle reti a banda larga". Il commissario ha poi ricordato come sia più difficile ora raggiungere gli obiettivi dell'Agenda Digitale che prevedono la copertura universale della banda larga entro il 2020 (con una velocità di almeno 30 Mbps per tutti i cittadini) con evidenti benefici per il sistema economico. E' stato stimato, infatti, che un aumento del 10% della penetrazione della banda larga farebbe aumentare il PIL europeo tra lo 0,9 e l'1,5%.

L'industria del settore - Proteste ufficiali sono arrivate anche dalle principali compagnie del settore. Luigi Gambardella, Presidente dell'European Telecommunications Network Operators' Association (ETNO, organizzazione che riunisce le principali società di telecomunicazione europee - tra cui anche Telecom Italia), si è detto "rammaricato" per un taglio che "va a colpire quelle reti di nuova generazione che hanno un ruolo cruciale per far uscire l'Europa dall'attuale crisi".
Di "opportunità mancata" ha parlato anche Fibre to the Home (FTTH), struttura del Consiglio d'Europa che promuove lo sviluppo della fibra ottica. Ad ogni modo, non è detta ancora l'ultima parola. Il bilancio Ue dovrà ora essere approvato dal Parlamento, dove alcuni gruppi parlamentari hanno già annunciato battaglia.

I dati su accesso e velocità
- Secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat, visualizzabili in questa mappa interattiva, al momento il 76% della popolazione europea tra i 16 e i 74 ha accesso a Internet. Si tratta, ovviamente di una media che spazia da punte del 94% in Olanda a quote del 51% in Bulgaria. Con il 63% della popolazione connessa (55% via banda larga e 7% via modem o Isdn), l'Italia si trova nella parte più bassa della classifica. In tutto ciò resta alta anche la quota di italiani che non riescono a connettersi per mancanza di infrastrutture: secondo un rapporto della Cassa Depositi e Prestiti, circa 5 italiani su 100 (2,9 milioni) sono in una situazione di divario digitale (non hanno, cioè, accesso a una connessione fissa o mobile superiore ai 2 Mbps).
Dai dati elaborati dal Ministero dello Sviluppo economico (guarda la MAPPA interattiva) risulta che le regioni più disconnesse sono Molise (20,6%), Calabria (11,2%), Basilicata (10,4%) e Valle d'Aosta (10,1%).
L'Italia va male anche quando si considera la velocità media e massima con cui si riesce a navigare. Secondo gli ultimi dati forniti da Akamai, in Italia si registra la velocità peggiore in Europa (3,9 Mbps). Il picco massimo che si può raggiungere nel Belpaese è di 19,2 Mbps. Se anche si considera solo quest'ultimo dato, siamo ancora a metà della strada che, secondo la Commissione, dovrebbe portare nelle case di ogni cittadino europeo una connessione di almeno 30 Mbps entro il 2020.

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