Strage Erba, dall'eccidio alla condanna di Rosa Bazzi e Olindo Romano

Cronaca
L'appartamento di via Diaz in cui ci fu la strage di Erba (foto: LaPresse)
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L’ 11 dicembre 2006 nel corso di un incendio in una palazzina di via Diaz, a Erba venivano scoperti cinque cadaveri e un quinto uomo in fin di vita. I vicini di casa delle vittime sono stati condannati in via definitiva all'ergastolo. La storia

Sono passati quasi 12 anni dalla strage di Erba. La sera dell’11 dicembre 2006, un lunedì, i vigili del fuoco venivano chiamati a intervenire per un incendio in una palazzina di via Diaz, a Erba. Spente le fiamme venivano scoperti  cinque corpi, quattro cadaveri e un quinto uomo in fin di vita. Per il massacro sono stati condannati all'ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime. Ecco i momenti principali di questa vicenda.

La strage

Nella strage di Erba morirono Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk (di due anni e tre mesi), la madre di Raffaella, Paola Galli, e una loro vicina di casa, Valeria Cherubini. Sopravvisse solo Mario Frigerio, marito della Cherubini, nonostante la coltellata alla gola. L’uomo è morto nel settembre 2014, dopo una malattia. Fondamentale la sua testimonianza. I cadaveri vennero trovati una volta spente le fiamme appiccate nell’appartamento quel lunedì 11 dicembre 2006. In un primo momento i sospetti erano ricaduti su Azouz Marzouk, padre del piccolo Youssef e compagno di Raffaella. L’uomo però al momento della strage si trovava in Tunisia e fu scagionato.

Olindo e Rosa rei confessi

Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime, sono stati fermati circa un mese dopo la strage. Il 10 gennaio 2007 confessano di essere gli autori degli omicidi. Il movente sarebbero stati i rancori che causavano spesso liti fra vicini, come quelle per la musica ad alto volume che Azouz Marzouk ascoltava a notte fonda sotto la loro finestra. Ma in ottobre, durante l’udienza preliminare, Olindo si è proclamato innocente ritrattando la confessione e Rosa ha mandato una lettera al giudice per dire che quanto ha dichiarato ''non corrispondeva a verità”. L’uomo ha accusato i carabinieri che l'avevano interrogato di avergli fatto il lavaggio del cervello e di averlo convinto a confessare, in cambio di una pena ridotta e della scarcerazione della moglie.

La condanna all’ergastolo

I due coniugi sono stati condannati all’ergastolo con isolamento diurno (terminato nell’agosto del 2014) il 26 novembre 2008 dalla Corte d'Assise di Como, e nel 2010 la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato la medesima condanna. Nel 2011, la Suprema corte di Cassazione di Roma ha definitivamente riconosciuto come autori della strage i due coniugi, ma l’anno scorso è stato accolto il loro ricorso contro la Corte di Appello di Brescia che aveva dichiarato inammissibile la richiesta di esaminare in incidente probatorio sette nuovi “capitoli di prova” che potrebbero aiutarli a ottenere la revisione del processo. Tra questi, un capello trovato sulla felpa del piccolo Youssef, una macchia di sangue, un accendino trovato sul pianerottolo.

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