È morto Folco Quilici, una vita a raccontare la natura

Cronaca
Folco Quilici (Foto d'archivio: ANSA)
Folco-Quilici-ANSA

Noto per i suoi lavori di approfondimento sugli ambienti marini, si è spento all'età di 87 anni a Orvieto

Folco Quilici, giornalista, scrittore e documentarista, è morto all'ospedale di Orvieto all'età di 87 anni. Attivo nel cinema e nella produzione di documentari per la televisione, ha vinto in carriera un Orso d'argento al Festival del cinema di Berlino nel 1957 e il David di Donatello nel 1972. La notizia della morte è stata confermata anche dal sindaco di Orvieto Giuseppe Germani.

Vita e successi

Nato a Ferrara nel 1930, figlio del giornalista Nello Quilici e della pittrice Emma Buzzacchi, Folco studia regia presso il Centro sperimentale di cinematografia e si dedica inizialmente al cinema, imponendosi poi come documentarista di livello mondiale. In particolare, si specializza nell'approfondimento dei temi legati al mare, grazie anche all'uso di riprese sottomarine nei suoi lavori. Nel 1957, grazie al film "Oceano" ottiene l'Orso d'argento al Festival del cinema di Berlino. Nel 1971 uno dei suoi documentari della serie "L'Italia vista dal cielo" "Toscana" gli vale una candidatura agli Oscar; nello stesso anno con il film "Oceano" si aggiudica il David di Donatello, il piàù importante riconoscimento del cinema italiano. Quilici è stato anche scrittore, giornalista e autore di programmi televisivi, spesso serie di documentari da lui prodotti e introdotti al pubblico. 

Una vita dietro la cinepresa

Molti dei film di Quilici dedicati al rapporto tra uomo e mare sono stati distribuiti nel mondo: Sesto Continente (Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954), "Ultimo Paradiso" (Orso d'Argento al Festival di Berlino del 1956), "Tikoyo e il suo pescecane" (Premio Unesco per la Cultura del 1961), "Oceano" (Premio Speciale Festival di Taormina del 1971 e Premio David di Donatello 1972), "Fratello Mare" (Primo Premio al Festival Internazionale del Cinema Marino, Cartaghena, 1974) e "Cacciatori di Navi", 1991 (Premio Umbria Fiction, 1992). Nel 1965 la Esso gli affida la realizzazione di una serie di film sull'Italia filmata dall'alto tramite elicottero. Nel periodo che va dal 1966 al 1978 ne vengono realizzati 14, tutti aventi come titolo "L'Italia vista dal cielo". A questi si affiancano sedici volumi illustrati. I commenti dei quattordici filmati sono affidati a importanti letterati e storici d'arte dell'epoca come Cesare Brandi, Mario Praz, Italo Calvino, Guido Piovene, Michele Prisco, Ignazio Silone e Mario Soldati. Nei cinema e non solo in Italia, altri suoi film sono stati: "Dagli Appennini alle Ande" (1959) che vince la "Concha de plata" al Festival Internazionale di San Sebastian, e "Il Dio Sotto la Pelle" filmato in tutto il mondo nel 1974.

 

 

 

 

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