Nature: da elezioni italiane scienza perdente "con qualunque esito"

Cronaca
Un laboratorio di ricerca scientifica (Getty Images)
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Un articolo comparso sulla prestigiosa rivista scientifica dà voce alle preoccupazioni dei ricercatori italiani: "Sistema vicino al collasso", ma estraneo al dibattito elettorale - LO SPECIALE ELEZIONI

La scienza è la grande assente dal dibattito politico in vista delle elezioni del 4 marzo, nonostante, "a differenza di molti altri Paesi europei, [l'Italia] abbia fallito nel modernizzare il suo sistema scientifico nei decenni passati". I ricercatori "temono che i tagli di budget e il declino dell'interesse per la scienza continueranno, a prescindere dal risultato del voto". E' quanto si legge in un articolo comparso su Nature, una delle più accreditate riviste scientifiche del mondo.

Un sistema efficiente, nonostante tutto

Il destino della ricerca italiana ha vissuto due tendenze in apparente contraddizione. Dal 2008 la spesa pubblica destinata alla ricerca scientifica è scesa anno dopo anno, sino al 2015, registrando un calo del 20%; allo stesso tempo i dati Scopus rivelano che, nello stesso periodo, le ricerche italiane hanno accresciuto la loro presenza nel 10% degli studi più citati nel mondo. La ricerca italiana, pur nelle difficoltà, è riuscita ad accrescere la sua influenza nella comunità scientifica, dietro solo ad Usa e Regno Unito. A questi dati se ne potrebbero aggiungere altri. "Il budget dell'università si è ridotto di circa un quinto, a 7 miliardi di euro", ricorda l'economista Mario Pianta (Università di Roma 3), "così come il numero di professori a livello nazionale". Inoltre, "il finanziamento per gli istituti di ricerca pubblici non è superiore a quello del 2008, con un calo del 9% in termini reali", e dato il "deficit sostanziale dell'Italia è improbabile che la situazione migliori presto". Secondo Pianta, che si occupa delle statistiche sul finanziamento alla ricerca per conto della Commissione europea, il paradosso di una ricerca sempre più influente con risorse in calo "non potrà durare: stiamo andando verso la mediocrità".

L'esodo dei ricercatori

Un altro dato messo in evidenza da Nature è il saldo fra gli scienziati stranieri che si trasferiscono in Italia per il loro lavoro e quelli italiani espatriati: secondo le statistiche dell'Ocse, dal 2008 a oggi sono andati all'estero più ricercatori di quanti ne siano arrivati nel Bel Paese. "Non accade solo che gli scienziati vadano in paesi con basi forti nella scienza", precisa Pianta, "c'è anche una perdita netta di scienziati dall'Italia in paesi come la Spagna".

Le promesse elettorali   

Nature ha rilevato come, fra le formazioni maggiori, il Partito democratico e il Movimento 5 stelle abbiano entrambi promesso di incrementare i fondi per la ricerca, a differenza dei partiti di centro destra che "in merito alla scienza hanno detto poco di concreto". Quanto ai pentastellati, i ricercatori si dicono preoccupati dalle campagne che, nel corso dell'ultima legislatura hanno colpito il decreto sui vaccini. Allo stesso tempo la rivista non esclude la possibilità che questa campagna anti-scientifica non rappresenti più la posizione maggioritaria del M5s, citando sul tema il professor Marco Bella, candidato M5s e chimico presso La Sapienza di Roma.

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