Mafia, blitz tra Enna e Messina: 6 arresti e sequestri per 11 milioni

Cronaca
All'operazione ha partecipato anche la Guardia di Finanza (Ansa)
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L'operazione "Nibelunghi", condotta da finanzieri e carabinieri, ha portato ad accuse per concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni

Sei ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e quattro agli arresti domiciliari) per esponenti di Cosa nostra e sequestri di beni per un valore di 11 milioni di euro. È questo il bilancio di un'operazione antimafia scattata nelle province di Enna e Messina, ribattezzata “Nibelunghi”. Il blitz è stato condotto dai finanzieri del Comando provinciale di Caltanissetta e dai carabinieri del Comando provinciale di Enna, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia nissena.

Le indagini

Le accuse sono di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni di proprietà di esponenti di Cosa nostra. Le indagini sono state effettuate seguendo il flusso patrimoniale legato a Gabriele Giacomo Stanzù, arrestato nel 2011 e già condannato in via definitiva per assistenza agli associati mafiosi nell'ambito dell'inchiesta "Dioniso" e per l'omicidio di Francesco Saffila. Decisive sono state anche le dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia. Gli inquirenti hanno così scoperto le manovre finanziarie finalizzate a proteggere i beni e le aziende riconducibili a Stanzù, in modo da scongiurarne un'eventuale sequestro da parte delle forze dell'ordine. Sono stati individuati e posti sotto sequesto terreni, fabbricati, autovetture e diversi conti correnti postali e bancari. L'operazione ha confermato l'interesse della criminalità organizzata all'acquisizione di aziende agricole e di appezzamenti di terreni utilizzati per ottenere i contributi dell'Agea, l'agenzia che sostiene l'agricoltura con risorse europee.

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