Scuola, i docenti di Primaria e Infanzia in sciopero l'8 gennaio

Cronaca
Il prossimo 8 gennaio gli insegnanti si riuniranno davanti alla sede del Miur a Roma (archivio Ansa)

Una manifestazione, indetta dai Cobas e da altre organizzazioni di base, riunirà gli insegnanti davanti al ministero dell'Istruzione a Roma. Si protesta contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso i diplomati magistrali entro il 2001/2002 dalle graduatorie

Il rientro a scuola dalle vacanze natalizie rischia di essere rinviato di un giorno. Lunedì 8 gennaio è infatti previsto lo sciopero dei docenti della scuola Primaria e dell'Infanzia che si riuniranno in una manifestazione nazionale a Roma davanti al ministero dell'Istruzione.

Contro la sentenza del Consiglio di Stato

La protesta degli insegnanti, è stata indetta dai Cobas insieme ad altre organizzazioni sindacali, per protestare contro quella che è stata definita la "vergognosa" sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali. Lo scorso 20 dicembre, il Consiglio di Stato ha stabilito che i docenti che hanno conseguito un diploma magistrale entro il 2001/2002, debbano essere esclusi dalle graduatorie a esaurimento: le liste riservate ai docenti abilitati all'insegnamento per l'assunzione in ruolo. "Questa sentenza - ha spiegato nei giorni scorsi il leader dei Cobas, Piero Bernocchi - pone drammatici problemi, professionali e umani, ai diplomati magistrali". Secondo quanto riferito da Bernocchi, molti dei diplomati magistrali hanno avuto nomine annuali dalle Gae (graduatorie a esaurimento): "In diversi – ha precisato il sindacalista - sono già stati immessi in ruolo, e ora, oltre alla perdita del posto di lavoro, rischiano di ritrovarsi improvvisamente reinseriti in seconda fascia o, secondo un'interpretazione ancora più penalizzante della sentenza, addirittura in terza fascia".

Migliaia di insegnanti a rischio

Le rivendicazioni lanciate dal leader dei Cobas sono rivolte principalmente al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e al governo. Bernocchi ha definito "insopportabile" che Miur e governo non abbiano voluto risolvere un problema serissimo non solo per i lavoratori coinvolti, ma per tutta la scuola italiana che di questi docenti non può assolutamente fare a meno". Gli insegnanti chiedono ora ai vertici dell'esecutivo che pongano "immediato rimedio (e non rinviando alla prossima legislatura) a questa vergogna che – scrive ancora Bernocchi in una nota - potrebbe portare a un licenziamento di massa di 5300 lavoratori, oltre che a negare la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato ad altri 60 mila". Infine le richieste per gli insegnanti che sono già operativi dentro la scuola: "Chi è stato immesso in ruolo dovrà mantenere il proprio posto. - conclude il documento - Per chi ha già fatto l'anno di prova, esso vale molto di più di un concorso abilitante. Chi è inserito con riserva nelle Gae deve poter mantenere la propria posizione, così come chi ha avuto un incarico annuale".

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