Ex calciatore ucciso, Rullo: "Non sono stato io". Madre non risponde

Cronaca
Andrea La Rosa (Fotogramma)
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Udienza di convalida del fermo per Antonietta Biancaniello e suo figlio, indagati per omicidio premeditato e soppressione di cadavere dopo la morte di Andrea La Rosa. Lui si è detto estraneo. Lei, che si era addossata la responsabilità, ha scelto di non rispondere

Non sono stato io. Raffaele Rullo, il 35enne fermato per l'omicidio dell'ex calciatore Andrea La Rosa, si sarebbe difeso così durante l'udienza di convalida del fermo nel carcere milanese di San Vittore. Davanti al gip, avrebbe detto di essere estraneo al delitto. La madre, la 59enne Antonietta Biancaniello, ha scelto invece di avvalersi della facoltà di non rispondere. I due sono accusati di omicidio premeditato e soppressione di cadavere. La donna in un primo momento, nell'interrogatorio davanti al pm, si era addossata la responsabilità del delitto. Il movente, secondo gli inquirenti, sarebbe un debito che Rullo aveva con la vittima per circa 30mila euro.

La vicenda

Di Andrea La Rosa, ex calciatore di serie C e neo direttore sportivo del Brugherio calcio, si erano perse le tracce a metà novembre. All’inizio si era pensato a un allontanamento volontario, poi si erano puntate le indagini sull’omicidio. Il cadavere dell’uomo era stato trovato giovedì scorso sulla Milano-Meda, in un fusto per il gasolio dentro una macchina guidata da Antonietta Biancaniello. La donna, probabilmente, stava cercando di liberarsi del corpo. Lei e il figlio, secondo gli inquirenti, avevano anche comprato dell'acido per scioglierlo: 24 flaconi sono stati sequestrati in un garage di Seveso (Monza) in uso a Rullo.

La scomparsa

Il giorno della scomparsa, a metà novembre, La Rosa e Rullo si erano incontrati in un locale di viale Certosa. L’ex calciatore, secondo le ricostruzioni, era arrivato con 8mila euro nei calzini da dare all'amico, al quale aveva già dato 30mila euro, mai restituiti. I due avrebbero dovuto vedersi nel pomeriggio a Brugherio (Monza), ma Rullo avrebbe posticipato l'appuntamento dicendo all'amico di volergli presentare sua madre e convincendolo poi a seguirlo a Quarto Oggiaro, a casa della mamma. Lì sarebbe avvenuto l’omicidio.

Le accuse

Subito sentiti dagli inquirenti come persone informate sui fatti, madre e figlio avrebbero fornito “versioni contrastanti e reticenti”. Il 14 dicembre, nell’interrogatorio dopo la scoperta del cadavere, la donna si sarebbe presa la colpa cercando di scagionare il figlio, che ha continuato a negare. Ma sul computer di Rullo, che lavorava all'assistenza clienti di un'azienda informatica, ci sarebbero almeno due ricerche che hanno insospettito gli inquirenti: una su “come sciogliere un corpo nell'acido”, che il 35 enne ha giustificato con “una chiacchierata tra colleghi sulla morte del figlio del pentito Di Matteo”; l’altra, la notte tra il 14 e il 15 novembre, su “come calcolare il volume di un corpo”. Poi gli acquisti di un bidone di metallo, flaconi di acido e motosega.

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