Caporalato, a Catania braccianti romeni pagati un euro all'ora

Cronaca
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I dipendenti lavoravano in un'azienda zootecnica, senza copertura sanitaria e previdenziale, per oltre 15 ore al giorno, sette giorni su sette. Arrestati i due titolari

Due fratelli, titolari di una delle aziende ispezionate dai carabinieri di Catania e Caltagirone, sono stati arrestati per le condizioni di lavoro disumane in cui costringevano al lavoro i propri dipendenti: turni di 15 ore al giorno, assenza di riposo settimanale e compenso irrisorio.

Un euro per ogni ora di lavoro

Cinque cittadini romeni che lavoravano in alcune aziende zootecniche al confine tra il Calatino e la provincia di Siracusa erano costretti a lavorare in nero, senza copertura sanitaria e previdenziale, per oltre 15 ore al giorno. Il loro turno cominciava alle 4 del mattino, per sette giorni su sette, mentre il compenso era di circa un euro all'ora. Pessime anche le condizioni degli alloggi: i dipendenti erano ospitati in un casolare di pochi metri quadri, con un solo bagno, posizionato vicino a una delle stalle dov'erano ricoverati degli animali.

Le operazioni dei carabinieri

I due fratelli arrestati hanno 50 e 45 anni, mentre il padre dei due, che è stato denunciato, ne ha 81. I carabinieri hanno anche sanzionato l'azienda per circa 150mila euro, tra ammende e violazioni amministrative. Gli arrestati, in attesa del processo per direttissima, si trovano al momento agli arresti domiciliari. Contestualmente, gli agenti di un'altra squadra di carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania, supportata dai militari locali, si sono appostati nelle principali piazze di Paternò, dove si sospettava la presenza di caporali addetti al reclutamento di manodopera in nero. Pedinando uno dei sospettati, gli uomini dell'Arma si sono ritrovati in un agrumeto di fronte a dieci lavoratori (su 15 operanti, tutti cittadini romeni), reclutati completamente in nero. Al titolare della ditta sono state comminate sanzioni amministrative per circa 30mila euro e recuperi contributivi per circa 10mila euro.

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