Camorra, colpo al clan Troia: 40 misure cautelari

Cronaca
Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (archivio Ansa)
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Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno ricostruito la gestione delle piazze di spaccio di cocaina, crack, marijuana ed hashish

Un blitz anti-camorra nel napoletano ha portato all'esecuzione di 40 misure cautelari contro affiliati al clan Troia. Il gip ha disposto 33 custodie cautelari in carcerere, uno ai domiciliari e 6 obblighi di dimora. Nove dei destinatari erano già detenuti nell'ambito di altre inchieste.

Associazione a delinquere e spaccio

Gli indagati, attivi a San Giorgio a Cremano e nelle zone limitrofe alla cittadina campana, devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga e all'immissione nel mercato di banconote false. I carabinieri hanno monitorato a lungo l'attività di spaccio anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, servendosi pure di dichiarazioni di pentiti. Nel corso delle indagini, dirette e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i militari dell'Arma hanno documentato la gestione delle piazze di spaccio di cocaina, crack, marijuana ed hashish.

La reggenza alla moglie del boss

Tra i destinatari dei provvedimenti del gip c'è anche l'attuale reggente del clan Troia, Immacolata Iattarella, moglie del capoclan Ciro, detto Gelsomino. L'indagine ha messo sotto scacco un gruppo mafioso che gestisce 8 fiorenti piazze di spaccio. Un clan "in grado di avere rapporti con uno potente come i Mazzarella", ha spiegato il tenente colonnello Filippo Melchiorre, a capo del gruppo di Torre Annunziata che dal 2013 al 2016 ha monitorato l'ascesa dei Troia, iniziata nel 2010, quando il boss Ciro ha compreso il progressivo indebolimento degli Abate, decimati dagli arresti, e si è imposto sul loro territorio. La gestione e il controllo del territorio sono continuati anche dopo l'arresto del capofamiglia e dei figli Vincenzo e Francesco. La guida è passata nelle mani della moglie e della nuora Concetta Aprea, anche lei raggiunta dai provvedimenti dei gip. Immacolata Iattarella ha dovuto anche occuparsi della fase delicata, iniziata ad aprile 2016, del contrasto armato con altri gruppi, a cominciare dai D'Amico, che dalla zona orientale di Napoli si erano impegnati in una espansione nell'hinterland. 

 

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