Sicilia, revocati domiciliari a De Luca. Lui su Fb: vi denuncio tutti

Cronaca
Cateno De Luca era agli arresti domiciliari dal 7 novembre (Ansa)
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Il gip ha applicato nei confronti del deputato Udc la misura interdittiva del divieto di esercizio di  uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Lo sfogo su Facebook: "Sono libero"

Il gip di Messina ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per il neo deputato regionale siciliano Cateno de Luca, accusato di evasione fiscale. Il politico ha accolto la notizia con uno sfogo su Facebook: "Libero! E ora denuncio tutti".

"Gravi indizi di colpevolezza"

Per il giudice, secondo quanto riporta l'Ansa, "sussistono i gravi indizi di colpevolezza" nei confronti di De Luca ma, essendosi affievolite le esigenze cautelari, la misura degli arresti è stata "sostituita con quella interdittiva del divieto di esercizio di posizioni apicali negli enti coinvolti nell'inchiesta". Il politico di Fiumedinisi, eletto con 5.418 voti in provincia di Messina nelle file dell'Udc, era stato arrestato all'indomani del voto per l'Assemblea regionale siciliana, il 7 novembre scorso, con l'accusa di aver evaso oltre 1,7 milioni di euro.  

Il messaggio su Facebook

Dopo le sue continue esternazioni sui social network, il gip aveva disposto per lui anche il divieto di comunicazione con l'esterno. Lunedì 20 novembre però, in seguito alla decadenza della misura cautelare, Cateno De Luca ha affidato proprio a Facebook il suo primo messaggio dopo la decisione, dedicando un'invettiva contro "tutte le forme di mafia, compresa quella giudiziaria". "Stiamo denunziando tutti", si avverte poi nel messaggio.

L'assoluzione in un altro processo

Nel video che accompagna il post, De Luca è in macchina e sostiene che il gip "Ha sconfessato tutte le porcherie che abbiamo subito in questi giorni". Riguardo alle denunce dice che arriveranno entro due o tre giorni e promette di ricominciare la sua attività politica. De Luca di recente è stato assolto in un procedimento risalente all'epoca in cui era sindaco del suo paese natale e che lo vedeva imputato per tentata concussione, abuso d'ufficio e falso.

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