Pellicce di animali tutelati importate dalla Cina: sequestri in Molise

Cronaca
La merce illegale è stata scoperta da Carabinieri Forestali di Campobasso (archivio La Presse)
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I Carabinieri Forestali hanno rintracciato merce importata illegalmente a Campobasso. Lo scorso ottobre un'operazione analoga aveva portato alla scoperta di altri 5.500 capi in Toscana

Dalla Cina al Molise, senza la necessaria documentazione: è stato questo il percorso di pellicce di procione e di altre specie animali tutelate, importate e destinate al mercato italiano. Una dinamica ricostruita dai Carabinieri Forestali di Campobasso, che hanno scoperto e sequestrato la merce in un'attività commerciale della città.

Il sequestro

I capi di abbigliamento erano confezionati con inserti di pelliccia provenienti dall'Asia, senza alcuna documentazione relativa all'importazione. Sono quindi arrivati in Italia violando la normativa comunitaria e la Convezione di Washington che vieta l'importazione di pelli e pellicce ottenuti attraverso il ricorso a mezzi selettivi e cruenti di cattura e uccisione. I Carabinieri hanno sequestrato, oltre alle pellicce, anche 25 teche nelle quali erano custodite farfalle di grandi dimensioni del genere "Troides" tassidermizzate, cioè conservate con una tecnica che permette di mantenere aspetto e dimensioni naturali degli animali morti. Gli esemplari, molto apprezzati dai collezionisti, possono avere un singolo valore commerciale che arriva fino a 350 euro. Il sequestro si inserisce nell'ambito di una più ampia operazione effettuata dal Raggruppamento carabinieri 'Cites' di Roma.

La merce illegale dalla Cina

La Cina non ha allevamenti autorizzati ed è tra i Paesi che non garantiscono l'uso di metodi incruenti per la cattura e l'uccisione di animali da pelliccia. Il canale aperto tra Cina e Italia in quest'ambito era già emerso anche in un'altra operazione dei Carabinieri Forestali: lo scorso ottobre i militari hanno sequestrato oltre 5.500 capi di abbigliamento tra cappelli, sciarpe e guanti realizzati con pelliccia di procioni. Merce che avrebbe fruttato circa 200mila euro se immessa sul mercato.

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