Migranti, perquisita la nave di Save the Children nel porto di Catania

Cronaca
La Vos Hestia, nave di Save the Children (Getty Images)

Il provvedimento è stato eseguito da agenti del Servizio centrale operativo, nell'inchiesta sul ruolo delle ong nel Mediterraneo, sospettate di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'organizzazione: "Estranei a indagini"

La nave Vos Hestia della ong Save the Children, impegnata nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo, è stata perquisita dalla polizia. L'imbarcazione si trova ormeggiata al porto di Catania. La perquisizione si inserisce nell'inchiesta sul ruolo delle ong nel Mediterraneo, che indaga per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Anche il comandate della Vos Hestia, Marco Amato, risulta indagato dallo scorso settembre: alcune settimane fa aveva ricevuto un avviso di proroga delle indagini. 

L'indagine della Procura di Trapani

A bordo della Vos Hestia, nei mesi scorsi, ha operato anche un agente sotto copertura. La perquisizione è stata eseguita da agenti della Polizia di Stato, del Servizio centrale operativo (Sco) e della Guardia Costiera su richiesta della Procura di Trapani. Per la stessa indagine, lo scorso agosto è stata sequestrata la nave Iuventa, della ong tedesca Jugend Rettet, tuttora sotto sigillo al porto di Trapani. 

Save the Children: siamo estranei a indagini

La perquisizione sulla nave Vos Hestia "è relativa alla ricerca di materiali per reati che, allo stato attuale, non riguardano Save the Children". La documentazione oggetto della ricerca "come si evince dallo stesso decreto di perquisizione" è "relativa a presunte condotte illecite commesse da terze persone". È quanto afferma Save the Children che rende anche noto di aver sospeso le operazioni di soccorso in mare "come già pianificato data la riduzione dei flussi e le mutate condizioni di sicurezza ed efficacia delle operazioni di ricerca e soccorso in mare nell'area", dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia". L'organizzazione ha ribadito poi in una nota di aver "sempre agito nel rispetto della legge durante la propria missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo" e conferma "ancora una volta che l'organizzazione non è indagata".

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