Terrorismo, condannato jihadista a Roma per proselitismo sul web

Cronaca
(foto d'archivio, Getty Images)
carcere_getty_03

Cinque anni in appello per Abderrahim El Khalfi, 39enne pizzaiolo cittadino del Marocco, accusato di far parte di una presunta cellula terroristica che si proponeva anche la pianificazione di attentati in Italia

Abderrahim El Khalfi, 39enne pizzaiolo originario del Marocco, è stato condannato a 4 anni e otto mesi di reclusione dalla prima Corte d'assise d'appello di Roma. L’accusa è di associazione con finalità di terrorismo. L’uomo apparteneva a una presunta cellula terroristica che, con un'attività di proselitismo sul web, si proponeva anche la pianificazione di atti terroristici in Italia.

Lieve riduzione di condanna in appello

La prima Corte d’assise d’appello di Roma ha lievemente ridotto la condanna di El Khalfi, portandola a 4 anni e 8 mesi di reclusione. In primo grado la sentenza pronunciata dal gup Monica Ciancio, a conclusione del processo con rito abbreviato, era stata di 6 anni, due mesi e 20 giorni. La riduzione della condanna in appello è stata motivata dall’esclusione dell’aggravante della transnazionalità, precedentemente contestata.

L'accusa di associazione con finalità di terrorismo

El Khalfi fu arrestato dai Carabinieri del Ros nelle indagini che coinvolsero anche il tunisino Ahmed Masseoudi e il marocchino Mohammed Majene. Per quest’ultimi è ancora in corso il processo di primo grado con rito ordinario. Sotto inchiesta c'era anche Khaled Amroune, che si ritiene sia morto in Siria nel febbraio 2013 durante delle operazioni militari nelle file di Jabhat al-Nusra, organizzazione affiliata ad Al Quaeda, come si legge nella sentenza di primo grado. La cellula di cui El Khalfi faceva parte era dedita al proselitismo, all’indottrinamento e anche all’addestramento attraverso un portale web, il "i7ur" e un forum appositamente creati, ai quali avrebbero partecipato centinaia di persone. Queste sarebbero state individuate mediante il nickname e geolocalizzate, ma non identificate. Nel forum era stato inserito materiale elaborato da Al Quaeda e utile non solo per il proselitismo e la radicalizzazione degli utenti, ma anche per l’addestramento all’uso delle armi e per la fabbricazione di esplosivi. In questo contesto, il ruolo di El Khalfi era quello di moderare la sezione delle news. L’uomo è stato inoltre condannato al risarcimento dei danni in favore della presidenza del Consiglio dei ministri che si è costituita parte civile.

Cronaca: i più letti