Incassano l'assegno sociale Inps ma vivono all'estero: 370 indagati

Cronaca

La frode è costata all'istituto di previdenza dieci milioni di euro. In molti casi, per accedere all'assistenza, sono state fornite una residenza in Italia fittizia e dichiarazioni dei redditi false

Incassavano l'assegno sociale dell'Inps, pur vivendo all'estero, tra Sudamerica e ed Est Europa. I finanzieri impegnati nell'operazione "People Out" hanno individuato 479 casi di irregolarità e denunciato 370 persone. Gli indagati avrebbero percepito complessivamente dieci milioni di euro che in realtà non spettavano loro perché destinati a cittadini italiani e stranieri residenti nel nostro Paese in difficoltà economiche.

L'inchiesta

Il nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di Finanza ha avviato, sulla base dei dati forniti dall'Inps relativi al 2016, una serie di indagini. Sono stati così individuati centinaia di cittadini italiani e stranieri che, dopo aver ottenuto l'assegno sociale, si erano trasferiti all'estero. Avendo mutato il proprio domicilio oltre confine, i soggetti non rispettavano il requisito essenziale della stabile ed effettiva residenza sul territorio nazionale. Non solo: in alcuni casi, gli indagati hanno anche dichiarato redditi falsi, per scendere sotto la soglia richiesta dalla legge e accedere al beneficio.

Le accuse

I titolari continuavano a riscuotere illecitamente la prestazione assistenziale attraverso l'accredito su conto corrente, oppure tornando in Italia solo per ritirare le somme allo sportello. Ai responsabili degli illeciti è stato contestato il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ed è stata applicata una multa. L'Inps ha immediatamente provveduto alla sospensione o alla revoca dei pagamenti, procedendo al recupero delle somme non dovute. L'istituto risparmierà in questo modo 2,6 milioni di euro.

I casi: in Venezuela dal 1955

Tra i casi messi in luce fino a ora, uno riguarda marito e moglie italiani, entrambi 80enni, residenti sulla carta in provincia di Potenza ma di fatto stabilmente emigrati in Venezuela dal 1955, che hanno indebitamente beneficiato di prestazioni assistenziali per 156mila euro. Una 75enne polacca, fittiziamente residente nella provincia di Frosinone, ha messo le mani su 50mila euro, grazie a un conto corrente cointestato con il complice (un italiano, suo ex datore di lavoro). Una coppia di anziani di origine tunisina, residente sulla carta nella provincia di Firenze, ha incassato indebitamente 120mila euro, mentre ne trasferiva verso il Principato di Monaco 370mila. Un'altra coppia di italiani di 73 e 72 anni, residente nel Frusinate, dopo il trasferimento definitivo all'estero ha continuato a percepire l'assegno sociale, incassanodo in tutto 55mila euro. Un 70enne di origine argentina, solo formalmente residente in provincia di Cagliari, ne ha intascati invece 47mila.

A chi spetta l'assegno sociale

L'assegno sociale, che è corrisposto dall'Inps per tredici mensilità (circa 450 euro al mese), spetta ai cittadini italiani, comunitari, extracomunitari titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo, rifugiati politici ed apolidi (titolari dei rispettivi titoli di soggiorno) che abbiano compiuto 65 anni, età cui va aggiunto un correttivo legato all'aggiornamento della speranza di vita. I beneficiari devono essere residenti effettivamente ed abitualmente in Italia, aver soggiornato legalmente, in via continuativa per almeno dieci anni sul territorio nazionale (condizione introdotta dal primo gennaio 2009) e trovarsi in condizioni economiche disagiate.

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