Firenze, carabiniere accusato di stupro: "Mi sono fatto trascinare"

Cronaca
Foto d'archivio

L’appuntato, accusato insieme al collega di aver violentato una delle due studentesse americane, avrebbe detto all’avvocato di essere consapevole di “aver fatto una cosa inqualificabile”. “Non mi sembrava ubriaca” e “non credevo che fosse così giovane”, avrebbe aggiunto

Si dice “devastato”, consapevole di “aver fatto una cosa inqualificabile”, non sa spiegare “perché mi sono fatto trascinare in questa situazione”. L’appuntato dei carabinieri di Firenze, accusato insieme al collega di pattuglia di aver violentato una delle due studentesse americane, avrebbe parlato così al suo avvocato. Le due ragazze hanno denunciato i militari per stupro. Al momento, ha detto il legale, l'appuntato non ha ricevuto né avvisi di garanzie né notifiche per compimenti di atti di indagine.

“Non so perché mi sono fatto trascinare”

“Da 20 anni sono nell'Arma e aiuto le persone, anche correndo dei rischi”, “non so perché mi sono fatto trascinare in questa situazione”, avrebbe detto il carabiniere a Cristina Menichetti, la sua legale. L’uomo, venerdì scorso, ha cercato un avvocato e si è presentato volontariamente in Procura per farsi interrogare, prima di essere convocato dagli inquirenti. Le stesse cose dette all’avvocata, anche in termini diversi, il militare le avrebbe dette alla pm Ornella Galeotti, titolare dell'inchiesta. "Una decisione che gli è costata molto in termini umani e professionali, ma che ha sentito di dover fare", ha commentato l'avvocata. Nell'ufficio della pm il carabiniere è rimasto dalle 13.20 alle 14.40 e avrebbe risposto alle domande.

“Non mi sembrava ubriaca”

La difesa del carabiniere sostiene che la studentessa non fosse ubriaca o comunque non lo fosse in modo tale da non opporsi al rapporto. "Il mio assistito ha spiegato al pm molto bene le modalità con cui è avvenuto il rapporto sessuale consenziente - ha detto l'avvocata Cristina Menichetti -. Modalità tali da far dedurre che non c'è stata violenza sessuale". Alla sua avvocata e alla pm, il carabiniere avrebbe detto che la studentessa americana “non mi sembrava ubriaca, non barcollava, non puzzava di alcol, connetteva bene i discorsi. Non mi sono accorto che era ubriaca”. “Non credevo che fosse così giovane: aveva un'aria più matura, vicino alla trentina, mi sembrava più grande di età”, avrebbe aggiunto. All’avvocata, poi, avrebbe ribadito: “Non ho percepito nessuna contrarietà” al rapporto sessuale.

I fatti

Le due ragazze americane, di 19 e 21 anni, hanno denunciato di essere state violentate a Firenze nella notte tra il 6 e il 7 settembre. Sabato uno dei due carabinieri si era presentato in procura e aveva ammesso davanti al pm di aver avuto un rapporto con una delle studentesse, dicendo però che “era consenziente”. La sua presenza sia alla discoteca di Firenze sia davanti all'abitazione delle due giovani era stata confermata da alcuni testimoni e dalle videocamere di sorveglianza. I due militari indagati sono stati sospesi dall’Arma “a titolo precauzionale”. In settimana dovrebbero arrivare gli esiti degli esami biologici: del materiale è stato trovato sia nell'androne del palazzo vicino a Ponte Vecchio sia nell'ascensore. Le due ragazze, da qualche giorno, sono in una struttura protetta. Lunedì è previsto un vertice in Procura per valutare l'esigenza di misure cautelari per i due militari. E sempre lunedì l'altro carabiniere potrebbe uscire allo scoperto e farsi interrogare: a questo punto, però, potrebbe essere la stessa pm a convocarlo per mettere sul tavolo la sua versione dei fatti e confrontarla coi racconti delle studentesse.


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