Roma, scontri migranti-residenti: ferito eritreo. Pm: tentato omicidio

Cronaca
Polizia davanti al centro d'accoglienza di via del Frantoio, Roma (ANSA)

E’ successo a Tiburtino III, quartiere periferico della Capitale. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo avrebbe lanciato pietre contro alcuni bambini, provocando la reazione delle persone accorse e gli scontri

Tensione nella notte tra il 29 e il 30 agosto al Tiburtino Terzo, quartiere della periferia di Roma, dove un gruppo di residenti ha affrontato i migranti ospiti del centro di accoglienza di via del Frantoio. Un eritreo di quarant’anni sarebbe stato ferito con un’arma da taglio alla schiena. La procura di Roma ha aperto un fascicolo. Il pm Alberto Galanti procede per tentato omicidio ed è in attesa di un'informativa della polizia sui fatti sfociati nell'accoltellamento dell'eritreo. Nel frattempo ha nominato un interprete che possa consentire al ferito di riferire su quanto accaduto nel centro di accoglienza.

La ricostruzione

Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri tutto sarebbe cominciato intorno alle 22 quanto l’eritreo, per motivi non chiariti, avrebbe lanciato dei sassi senza colpirli ad alcuni bambini che giocavano in strada.
Uno di loro, tornato a casa, avrebbe riferito l'accaduto ai genitori e la mamma - probabilmente accompagnata da altri genitori - sarebbe andata a chiedere spiegazioni del suo comportamento all'uomo. I due avrebbero cominciato a battibeccare e presto a sostegno della donna sarebbero arrivati altri abitanti del quartiere, sembra una cinquantina, e altri migranti a difesa dell'eritreo. A quel punto sarebbe iniziato uno scontro tra tutte le persone presenti: le tensioni sarebbero state sedate solo grazie all’intervento dei carabinieri e della squadra mobile della polizia. L’eritreo è stato ferito alla schiena, ma non si conosce ancora l’esatta dinamica dell’aggressione: le indagini sono ancora in corso.

Chi è l'uomo ferito

Il migrante eritreo ferito nella notte non è però ospite del centro di accoglienza dove sono avvenuti i disordini da luglio, secondo quanto fa sapere la Croce Rossa di Roma che gestisce il Presidio Umanitario, spiegando che l'eritreo "è attualmente inserito nel programma di relocation" ospite del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di via Staderini, nel quartiere di Tor Tre Teste. Per senitre l'uomo (che è stato ferito ai reni) ma non è in pericolo di vita la Procura ricorrerà a un interprete, dal momento che non parla italiano.

Nuove tensioni in mattinata

E la tensione si è riacutizzata nella mattinata: all'uscita di tre migranti dal centro, uno dei quali con la mano fasciata, un paio di residenti gli sono andati incontro urlando: "Ti ho riconosciuto, eri quello che stanotte aveva in mano un bastone". Ad intervenire polizia e carabinieri che hanno separato i due gruppi. Al momento l'ingresso del centro è presidiato dalle forze dell'ordine.

Una testimonianza: "Mi hanno sequestrata"

"Mi hanno sequestrata per un'ora insieme a mio nipote di 12 anni, trascinata all'interno del centro per due volte e colpita. Ho avuto paura, pensavo di morire". E' il racconto di Pamela, la donna che la scorsa notte è andata nel centro di accoglienza di via del Frantoio, poi assediato dai residenti. "Loro erano in tanti, una cinquantina - aggiunge - mi sono coperta il volto e speravo che non facessero nulla di male al bambino".

A giugno proteste contrapposte

Il centro è stato già al centro di proteste da parte dell'organizzazione di estrema destra Casapound. A fine giugno, nel quartiere Tiburtino Terzo, si sono svolte, a poche centinaia di metri di distanza, due manifestazioni contrapposte. Da una parte Casapound per chiedere la chiusura del centro di accoglienza di via del Frantoio, che in questi mesi ha anche ospitato molti migranti assistiti dai volontari di Baobab costretti a stare in strada, e dall'altra Rifondazione comunista e Anpi che chiedono che il centro possa continuare ad operare.

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