Indennità a falsi braccianti: truffe all'Inps per 880mila euro

Cronaca
A smascherare la truffa in provincia di Cosenza gli uomini della Guardia di finanza (Fotogramma)
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Sono 316 le persone denunciate dalle Fiamme Gialle nel cosentino: pur non lavorando, gli operai avrebbero percepito disoccupazione, malattia e maternità

La Guardia di finanza della compagnia di Castrovillari, in provincia di Cosenza, ha denunciato 316 persone per una truffa ai danni dell'Inps. Nel mirino un'azienda che – secondo le indagini – avrebbe assunto lavoratori "sulla carta" con il solo scopo di permettere loro la riscossione indebita delle indennità di disoccupazione, malattia e maternità. Il danno per l'Istituto nazionale della previdenza sociale sarebbe pari a 880mila euro.

Le persone denunciate

Tra le persone denunciate al termine delle indagini – coordinate dalla Procura di Castrovillari e svolte con la collaborazione degli uffici Inps di Cosenza e Castrovillari – due rappresentanti legali dell'impresa e 314 falsi operai. L'accusa per tutti è di truffa, mentre i due titolari, che si sono succeduti nel tempo, sono stati accusati anche di falso ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Il modus operandi illecito

Secondo quanto emerso, l'azienda avrebbe presentato all'Inps falsi contratti di comodato d'uso gratuito o di appalto per proprietà nel cosentino, e in particolare nella Piana di Sibari e nella Valle dell'Esaro (riconducibili anche a persone ignare ed estranee ai fatti). L'impresa avrebbe inoltre effettuato denunce aziendali false che attestavano l'impiego di lavoratori, per consentire loro la riscossione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità per gli anni 2012, '13 e '14.

Il danno all'Inps

Il danno stimato per le casse dello Stato è di 880mila euro. I finanzieri calabresi hanno portato alla luce come i lavoratori fossero assunti solo "sulla carta", per un totale di 20mila giornate lavorative mai effettuate, e che l'azienda aveva emesso e annotato nella propria contabilità fatture per prestazioni di servizi inesistenti resi a terzi per un importo di circa 200mila euro, oltre a spese per il personale mai sostenute per un milione 188mila euro.

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