Provincia di Reggio Calabria, sequestrate 4500 piante di marijuana

Cronaca
Una piantagione di cannabis in Calabria (Archivio Fotogramma)
Fotogramma_Piantagione_marijuana_Calabria

Tra i comuni di San Luca e Bovalino, i Carabinieri hanno rinvenuto coltivazioni di cannabis per un valore stimato di 500mila euro. Scoperti anche sei fucili da caccia con la matricola abrasa

Oltre 4500 piante di cannabis sono state sequestrate dai Carabinieri di Locri nelle campagne della provincia di Reggio Calabria. Nell'ambito dell'operazione sono stati rinvenuti anche sei fucili da caccia, la cui matricola era stata abrasa e quindi risultava illeggibile.

La scoperta della piantagione

Il blitz è scattato il 22 maggio tra i comuni di San Luca e Bovalino, dove i carabinieri del gruppo di Locri, insieme ai colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia, sono riusciti a individuare una vasta piantagione di cannabis: in totale  oltre 4500 arbusti di altezza variabile tra un metro e un metro e mezzo. I coltivatori li avevano ben occultati all'interno di una fitta vegetazione in località Mortella di Bovalino, proprio a ridosso del centro abitato. Per garantire un costante apporto di acqua alle piante, era stato predisposto un impianto di irrigazione “a goccia”, che aveva permesso di arrivare alla fioritura delle foglie, già pronte, dunque, a essere tagliate ed essiccate per la produzione di marijuana. Un quantitativo ingente che, secondo quanto rivelato dagli inquirenti, una volta venduta sul mercato nero, avrebbe fruttato circa 500mila euro.

Rinvenute anche delle armi

Dopo aver effettuato il sequestro dell'intera piantagione, i militari hanno raccolto alcuni campioni per le consuete analisi di laboratorio, che permetteranno di stabilire con maggior certezza la qualità del prodotto. Il resto delle piante è stato estirpato e bruciato sul luogo. Nell'ambito della stessa operazione, i carabinieri hanno anche rinvenuto, nascosti tra alcuni rovi al confine del campo, sei fucili da caccia, di cui tre di fabbricazione artigianale, tutti con matricola abrasa. Le armi, in ottimo stato di conservazione e perfettamente funzionanti, sono state sequestrate in attesa dei successivi accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica di Locri.

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