Inps: guarigione anticipata, occorre la rettifica del certificato

Cronaca
Nuove comunicazioni dell'Inps per i lavoratori in malattia (Fotogramma)
Fotogramma_Inps

L'ente previdenziale ha voluto ricordare la normativa in vigore per contrastare la prassi di non comunicare il superamento della malattia prima dei termini previsti

Una nota volta a chiarire alcuni aspetti procedurali delle prestazioni previdenziali e a garantire che le comunicazioni inviate all'Inps siano sempre aggiornate e coerenti con la reale situazione di salute del lavoratore. Sono questi i principi alla base di una circolare emessa dall'Inps nella quale l'ente ricorda come il soggetto in malattia, in caso di guarigione anticipata rispetto ai termini previsti nel certificato medico che ha consegnato, deve provvedere alla rettifica dello stesso, anche per evitare di incorrere in sanzioni.

Informazioni importanti

L'Inps ricorda come ognuna delle informazioni contenute nel certificato presentato abbia una "peculiare e specifica importanza" e tra queste, in particolare, la data di fine della prognosi ha un notevole rilievo dal punto di vista amministrativo-previdenziale perché costituisce il termine temporale per l'erogazione del trattamento economico corrispondente. Trattandosi però di una previsione data dal medico, può essere suscettibile di variazioni in base al decorso della patologia. E così come, in caso di prolungamento della malattia, il lavoratore per prassi già provvede a farsi rilasciare altri certificati che attestino la prosecuzione della sua condizione, garantendosi in questo modo il prolungamento della tutela, allo stesso modo se guarisce anticipatamente deve richiedere una rettifica del documento presentato in modo che corrisponda effettivamente al periodo di temporanea incapacità. Questo secondo comportamento, precisa però l'Inps nella circolare, "non costituisce a tutt'oggi una prassi seguita dalla generalità dei lavoratori".

Cosa prevede la normativa

Proprio il fatto che questo comportamento non fosse tenuto da diversi utenti, ha spinto l'ente previdenziale a precisare cosa prevede la normativa attuale, sottolineando come la rettifica della data di fine prognosi in caso di guarigione anticipata sia un adempimento obbligatorio, dovuto nei confronti del datore di lavoro e dell'Inps. Una previsione legata al fatto che è con la presentazione del certificato medico che si attiva il riconoscimento della prestazione previdenziale, e quindi questo documento rappresenta una vera e propria domanda di erogazione di tale trattamento; se si modificano i termini temporali di questa richiesta il soggetto è tenuto a comunicarlo tempestivamente, cioè prima della ripresa anticipata dell'attività lavorativa: la rettifica deve essere richiesta al medesimo medico che ha redatto il certificato originario. Senza il mutamento dei termini della prognosi, inoltre, neppure il datore di lavoro potrebbe consentire la ripresa dell'attività prima della scadenza inizialmente prevista.

Il rischio di sanzioni

Nella circolare l'Inps ha evidenziato anche come accada non di rado che "a seguito dell'effettuazione di visita medica di controllo domiciliare disposta d'ufficio, l'istituto venga a conoscenza del fatto che un lavoratore abbia ripreso l'attività lavorativa prima della data di fine prognosi contenuta nel certificato di malattia, senza aver provveduto a farla rettificare". Una situazione che, comunica l'ente, comporta l'applicazione nei confronti del soggetto coinvolto delle sanzioni già previste per i casi di assenza ingiustificata alla visita: un provvedimento che sarà comminato "al massimo fino al giorno precedente alla ripresa dell'attività lavorativa", che viene considerata come una dichiarazione "di fatto" della fine della prognosi.

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