Tap: blitz della polizia nella notte. Al via ricollocazione 11 ulivi

Cronaca
Ansa

Barricate degli attivisti rimosse con le ruspe. Manifestanti colti di sorpresa e tenuti lontano dalla zona attraverso un cordone di agenti delle forze dell'ordine. Iniziati i lavori per sistemare le ultime piante, già zollate, nel cantiere

 

Blitz della polizia nella notte, nell’area del cantiere Tap a San Basilio (Marina di Melendugno). Con alcune ruspe sono state abbattute le barriere erette dagli attivisti nelle strade vicino alla zona e che ostruivano il passaggio dei veicoli. Le barricate erano state costruite in segno di protesta per il progetto di realizzazione del gasdotto e per l’espianto di ulivi che, in gran parte e a più riprese, sono già stati eradicati e ricollocati (COS'È IL TAP). Con il blitz di questa notte, gli agenti hanno dato il via alla sistemazione delle ultime 11 piante, già zollate, nel cantiere.

Le proteste degli attivisti

I manifestanti, che da settimane presidiano notte e giorno l'area, sono stati colti di sorpresa e, attraverso una cintura di uomini delle forze dell'ordine, sono stati confinati in una zona in vicino all’ingresso del cantiere. Il gruppo, costituito da circa una cinquantina di attivisti, ha iniziato a protestare gridando slogan contro la polizia. 

La nuova sistemazione degli 11 ulivi

In un nuovo incontro che si era tenuto il 26 aprile alla presenza del prefetto Claudio Palomba, dei vertici del consorzio e dei tecnici agronomi della Regione Puglia - dopo il sopralluogo effettuato lunedì scorso dagli agronomi regionali - era stata ribadita la necessità di provvedere a sistemare al più presto nei vasi gli 11 ulivi eradicati con la zolla che raccoglie le radici nel lotto A1 e che rischiano altrimenti di seccare. Tap aveva espresso la necessità di procedere all'invasamento entro il prossimo 30 aprile. Dopo, infatti, non sarebbe più possibile farlo e bisognerebbe aspettare fino a novembre, come previsto dalla legge regionale. Secondo i tecnici dell'Osservatorio fitosanitario regionale e del Servizio provinciale dell'Agricoltura, aspettare dopo l'estate avrebbe comportato una morte sicura per gli ulivi già zollati per via delle radici già recise. Gli attivisti del comitato No Tap avevano invece chiesto che le piante non fossero eradicate e messe nei vasi ma lasciate e curate sul terreno.

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