Truffe alle assicurazioni nella Locride: 200 indagati

Cronaca
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Operazione dei Carabinieri di San Luca: oltre 70 falsi incidenti stradali per ottenere risarcimenti. Soldi riciclati in Germania

Truffavano le compagnie assicurative simulando incidenti stradali, ottenendo così risarcimenti non dovuti. Più di 200 persone, tutte residenti nella Locride, sono state denunciate a piede libero dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria. Il danno alle assicurazioni è stimato in 800mila euro.

 

Le accuse - Gli indagati, coinvolti nell'operazione denominata "Car Crash", frutto di 3 anni di indagini dei Carabinieri della stazione di San Luca, sono considerati responsabili a vario titolo di falsa testimonianza, falsità ideologica, fraudolento danneggiamento di beni assicurati, sostituzione di persona.

 

Le frodi - Le truffe erano studiate nei minimi particolari. Sui veicoli da coinvolgere nei falsi sinistri (tamponamenti o investimenti di pedone, tanto per citarne alcune), venivano apposte targhe tedesche. Le auto venivano anche danneggiate appositamente. Poi venivano coinvolte persone residenti in Germania, da far risultare testimoni o vittime di incidenti. Coinvolti anche alcuni professionisti della Locride (legali, medici e periti), mentre parte dei proventi di queste truffe veniva riciclato in Germania, dove alcuni indagati avevano aperto ristoranti o attività commerciali.

 

False residenze - Complessivamente è stato possibile far luce su oltre 70 falsi incidenti e circa 100 polizze assicurative contraffatte i cui intestatari, falsificando i loro documenti di identità, attestavano di essere residenti in provincia di Alessandria, per pagare un premio assicurativo ridotto rispetto a quello previsto dichiarando di essere residenti nel Reggino.

 

I professionisti complici - Gli indagati potevano contare sulla complicità di legali e medici oltre che di periti specializzati nella pre-costituzione della documentazione da produrre alle compagnie. Alcuni legali, inoltre, anche all'insaputa di ignari malcapitati di cui falsificavano le firme, incassavano direttamente le somme elargite dalle assicurazioni.

 

I casi - In una circostanza, una bambina di 5 anni risultava investita dai genitori in ben 2 occasioni nell'arco di un anno, ottenendo somme cospicue. Due coniugi hanno  dichiarato di essersi investiti a vicenda in due occasioni, richiedendo successivamente 30.000 euro per i danni causati dalla moglie al marito e 20.000 euro per quelli provocati dal marito alla donna.

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