Favori a deputati Ars, indagati 9 dipendenti di Riscossione Sicilia

Cronaca
Una seduta dell'Ars siciliana
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Secondo l’accusa avrebbero agevolato tre parlamentari dell’Assemblea siciliana che avevano debiti con il fisco. La Procura di Catania ipotizza un danno per lo Stato di quasi 390mila euro

Avrebbero agevolato tre deputati regionali dell'Assemblea siciliana che avevano debiti col fisco cancellando un fermo amministrativo e chiudendo illecitamente procedure esecutive di pignoramento. E' l'accusa nei confronti di 9 dipendenti di Riscossione Sicilia, la società pubblica che si occupa di recupero dell'evasione. Nell'avviso di conclusione delle indagini la Procura di Catania contesta l'abuso d'ufficio in concorso e continuato e ipotizza un danno erariale di quasi di 390 mila euro.

Gli esposti - Nell'inchiesta, coordinata dal pm Fabio Regolo, sono coinvolti agenti, funzionari e dirigenti di Riscossione Sicilia, in servizio nella sede provinciale di Catania della società. L'indagine è partita da esposti presentati dall'attuale amministratore unico di Riscossione Spa, l'avvocato Antonio Fiumefreddo, che più volte ha denunciato, anche pubblicamente, presunte "agevolazioni illegittime" da parte di personale della società nei confronti di politici debitori col Fisco.  

Le accuse - Secondo l'accusa, due dei parlamentari regionali avrebbero ottenuto la chiusura di procedure esecutive di pignoramento presso terzi nonostante avessero ancora dei debiti con Riscossione. Un terzo invece sarebbe stato favorito con la cancellazione di un fermo amministrativo di un veicolo e con la chiusura di una procedura esecutiva di un pignoramento immobiliare pur avendo anche lui ancora dei debiti col fisco. 

Crocetta: fiducia in Fiumefreddo
 - Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha confermato il suo appoggio ad Antonio Fiumefreddo: "Non rimuoverò mai Fiumefreddo da Riscossione Sicilia, continueremo la battaglia contro sprechi e privilegi e ciò nonostante due giorni fa alcuni capigruppo dell'Assemblea mi abbiano chiesto come mai continuassi a tenere l'avvocato alla guida della società pubblica alla luce degli attacchi che fa alla classe politica. L'inchiesta di Catania dimostra che le sue denunce non sono parole al vento". 

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