Imprenditore napoletano ruba la maglia di Maradona, denunciato

Cronaca
Diego Armando Maradona (Fotogramma)
Maradona

Un imprenditore del napoletano ha tentato il colpo gobbo durante una cena alla quale era presente l'ex giocatore. Il valore del cimelio è di 150mila euro

Quella per Maradona “è una malattia”. Si è giustificato così davanti agli agenti di Polizia che lo hanno fermato, l'uomo che lo scorso 17 gennaio ha tentato di rubare la maglia indossata dal Pibe de Oro nel corso della partita Argentina-Inghilterra dei mondiali del 1986, quella in cui Maradona segnò il celebre gol di mano.

 

 

Il furto – Secondo quanto si apprende dal racconto delle forze dell'ordine, il furto sarebbe stato tentato da un imprenditore residente a Napoli durante una cena organizzata all'hotel Vesuvio per festeggiare lo spettacolo, diretto da Alessandro Siani, che Maradona aveva tenuto poco prima al teatro San Carlo. Insieme al campione e al regista erano presenti al tavolo degli invitati oltre sessanta persone, fra componenti della produzione dello spettacolo, persone dell'ambiente artistico e fan del Pibe de Oro. L'uomo ha aspettato il brindisi finale per agire, avvicinandosi alla busta che adocchiava da tutta la sera. Dentro c'erano due “reliquie” calcistiche che lo stesso Maradona aveva autografato e regalato a un collezionista presente all'evento: un paio di scarpe da calcio e, soprattutto, la maglietta numero 10 della nazionale argentina con la quale aveva realizzato nel 1986 due dei gol più famosi della storia del calcio.

 

La mano de Dios – Correva l'anno 1986 e Argentina e Inghilterra si affrontavano nei quarti di finale dei Mondiali di calcio in Messico. Il risultato finale fu 2 a 1 per i sudamericani con doppietta di Maradona, che prima segnò un gol di mano senza che l'arbitro se ne accorgesse (la celebre "mano de Dios") e poi realizzò la doppietta al termine di una travolgente azione personale in cui dribblò tutta la difesa inglese. Gesti sportivi leggendari che oggi portano il valore della maglietta con cui vennero compiuti a una quotazione di circa 150mila euro. Non sarebbe stato, tuttavia, l'enorme valore del cimelio a convincere il ladro-imprenditore a tentare il colpo, quanto piuttosto la sua venerazione per l'idolo di Napoli. È questa la spiegazione che l'uomo ha dato agli agenti del commissariato partenopeo San Ferdinando che sono riusciti ad arrivare a lui grazie alle registrazioni delle telecamere di sorveglianza dell'hotel e a una breve ricerca terminata con il ritrovamento del prezioso bottino nell'auto del sospettato. E mentre la maglietta è stata riconsegnata al suo legittimo proprietario, l'altro collezionista, come si è definito l'imprenditore davanti ai poliziotti, ora dovrà rispondere del reato di furto aggravato.

 

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