Napoli, l’autopsia su Davide: "Proiettile entrato dal petto"

Cronaca

Il legale della famiglia del 17enne ucciso: "L'esame ha evidenziato il foro d'entrata nel petto ed il foro d'uscita nella schiena". L'avvocato del carabiniere: "Conferma che il colpo non è stato esploso mentre il ragazzo scappava"

Il proiettile che ha ucciso il 17enne Davide Bifolco sarebbe entrato dal petto e uscito dalla schiena. E’ quanto evidenziato dall'autopsia sul cadavere del ragazzo morto per il colpo esploso da un carabiniere, secondo quanto ha reso noto il legale dei familiari della vittima, Fabio Anselmo.

Il legale della famiglia: "Proiettile entrato dal petto" - "Alle 12.30 ho assistito insieme con i consulenti all'esame esterno del cadavere. Sono sereno perché per la prima volta noto con soddisfazione che a differenza di altre situazioni vi è un totale accordo tra i consulenti: l'esame ha evidenziato il foro d'entrata del proiettile nel petto ed il foro d'uscita nella schiena. Questo elemento ed il risultato della Tac di ieri sono punti di partenza molto solidi per le successive indagini" ha detto l’avvocato. "Ritengo - ha aggiunto il legale - assolutamente prematuro e completamente sbagliato trarre conclusioni a conferma o a smentita delle varie tesi". "L'altezza e la distanza  del colpo di arma da fuoco che ha raggiunto Davide Bifolco "sono  ancora in fase di valutazione", ha concluso.

Il legale del carabiniere: "Nessun inseguimento" - Per l'avvocato Salvatore Pane, il penalista che assiste il carabiniere 32enne indagato per omicidio colposo, però, "dai primi risultati dell'autopsia paiono smentite le dichiarazioni dei testimoni che hanno rilasciato interviste alle televisioni e ai giornali nei giorni scorsi. Noi siamo sereni: nessun inseguimento, nessuna pistola puntata alle spalle".
Il fatto che il colpo sia frontale "conforta la nostra ricostruzione e smentisce qualche testimonianza frettolosa. E' l'ulteriore conferma che il colpo non è stato esploso  mentre scappava, ma è partito in maniera accidentale". Il carabiniere, aggiunge il suo legale, "è inciampato sul marciapiede trascinato dal  guidatore dello scooter. Non ci sono al momento elementi che smentiscano la ricostruzione fatta dal mio assistito".

Il latitante Equabile: "Non ero su quel motorino" - Intanto parla al Fatto quotidiano Arturo Equabile, il latitante che i carabinieri cercavano nelle strade di viale Traiano tra venerdì e sabato quando è stato ucciso il diciassettenne. "Quella sera non ero sul motorino con Davide Bifolco. Non c'ero, lo volete capire o no?". "Un'ora prima del fatto - racconta Equabile - sono venuti i carabinieri nella casa dove stavo. Erano con le pistole in pugno e gridavano apri, bastardo. Ho avuto paura e sono scappato in un'altra casa. Dopo tre quarti d'ora ho saputo che in un'altra parte del quartiere c'era stata la sparatoria.

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