Roma, il Tribunale riconosce l'adozione a una coppia lesbica

Cronaca

La piccola, 5 anni, è figlia biologica di una delle due conviventi. E' il primo caso in Italia. L'avvocato: “La norma non contiene alcuna discriminazione fra coppie eterosessuali o omosessuali"

Il Tribunale per i Minorenni di Roma ha riconosciuto l'adozione di una bimba di cinque anni a una coppia lesbica. La bimba è figlia biologica di una sola delle due conviventi che stanno insieme da dieci anni. Si tratta del primo caso in Italia di "stepchild adoption". Lo rende noto Maria Antonia Pili, legale con sede a Pordenone e presidente di Aiaf Friuli. "Le due mamme - ha spiegato l'avvocato Pili - hanno dapprima intrapreso e portato a termine un percorso di procreazione eterologa all'estero e, dopo la nascita della bambina, hanno stabilmente proseguito nel progetto di maternità condividendo con ottimi risultati compiti educativi e assistenziali, nonché offrendo alla minore una solida base affettiva".

La legge sull'adozione – Il ricorso è stato accolto sulla base dell'articolo 44 della legge sull'adozione del 4 maggio 1983, n. 184, come modificata dalla legge 149 del 2001, il quale contempla l'adozione in casi particolari. "Ovvero nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere anche formalmente con l'adulto, in questo caso genitore 'sociale' - ha dichiarato l'avvocato Pili - quel rapporto affettivo e di convivenza già positivamente consolidatosi nel tempo, a maggior ragione se nell'ambito di un nucleo familiare e indipendentemente dall'orientamento sessuale dei genitori.

L'avvocato: situazione già di fatto consolidata – La norma in questione infatti – ha aggiunto la legale – non contiene alcuna discriminazione fra coppie conviventi siano esse eterosessuali o omosessuali". Secondo Pili, dunque, il Tribunale per i Minorenni di Roma "ha correttamente interpretato la norma di apertura" già contenuta nella Legge sull'adozione. "Non si è trattato dunque - ha precisato la legale - come ben argomenta sul punto la sentenza, di concedere un diritto ex novo, ovvero di creare una situazione prima inesistente, ma di garantire nell'interesse di una minore la copertura giuridica a una situazione di fatto già consolidata, riconoscendo così diritti e tutela a quei cambiamenti sociali e di costume che il legislatore ancora fatica a considerare, nonostante - ha concluso - le sempre più diffuse e pressanti rivendicazioni dei moltissimi soggetti interessati".

La coppia: "Speriamo sentenza possa essere d'aiuto ad altri"
-  Soddisfazione da parte della coppia, che, per bocca del loro avvocato, ha affermato che "questa è una sentenza per i bambini" e si è augurata che "possa servire a chi vive una situazione come la nostra".

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