Milano, è morto il tassista aggredito

Cronaca

I medici hanno dichiarato la morte cerebrale di Alfredo Famoso, 68 anni, entrato in coma dopo aver battuto la testa in seguito a un litigio scoppiato domenica 23. Si aggrava così la posizione del 48enne fermato: ora l'accusa è di omicidio

Alfredo Famoso è morto. Il tassista di 68 anni che domenica sera è stato aggredito a Milano per una precedenza negata a due pedoni, non ha più riaperto gli occhi. I medici dell'ospedale Niguarda aveva comunicato che alle 14.15 era iniziato il monitoraggio per l'accertamento della morte celebrale, procedura che si sarebbe conclusa alle 20.15. Così è stato. I parenti di Famoso hanno atteso in sala d'aspetto il bollettino ufficiale, ma le loro speranze erano già svanite dopo i primi riscontri di ieri. "Ora aspettiamo notizie dalla magistratura - ha spiegato Fabio, uno dei nipoti del tassista - Abbiamo fiducia nella giustizia e prima di prendere una posizione o fare commenti, preferiamo che tutto sia chiarito nelle sedi opportune".

Con la morte di Famoso si complica la posizione di Davide Guglielmo Righi, il consulente informatico di 48 anni che lo ha colpito con una confezione d'acqua al termine di una lite scoppiata perché il tassista non avrebbe rispettato la precedenza che spettava a lui e alla sua compagna 37enne incinta di otto mesi, con cui stava attraversando sulle strisce pedonali all'altezza di via Morgagni 40 (MAPPA).

Con la dichiarazione di morte l'accusa è diventata di omicidio volontario nella forma del dolo eventuale. Secondo il pm di Milano Maria Teresa Latella, che coordina l'indagine assieme al procuratore aggiunto Alberto Nobili, Righi ha accettato il rischio e la possibilità di uccidere quando ha scagliato la confezione di bottiglie d'acqua contro il volto di Famoso. In buona sostanza, i pm contestano al 48enne la volontarietà dell'aggressione nella forma giuridica del cosiddetto dolo eventuale, ossia l'accettazione del rischio e della possibilità "che l'evento si verifichi". Domattina ci sarà l'interrogatorio di convalida alla presenza del gip Gianfranco Criscione, che oltre a decidere sul fermo, avrà anche il compito di stabilire la misura cautelare.

"Purtroppo è successo quello che fino all'ultimo, anche quando le speranze erano minime - ha commentato il sindaco Giuliano Pisapia -, speravamo non accadesse. La morte di Alfredo Famoso è stata provocata da un gesto assurdo e terribile. Nessuna ragione può spiegare tale comportamento. Ora è il momento di stringerci attorno alla sua famiglia. Come tutti ho sperato che il sottile filo che teneva in vita Alfredo Famoso non si spezzasse. Milano oggi prova un immenso dolore e come sindaco ho deciso che nella nostra città ci sarà lutto cittadino. Concorderemo la data insieme alla famiglia".

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