Fonsai: arrestati 3 componenti della famiglia Ligresti

Cronaca
Salvatore e Giulia Ligresti

Salvatore, Jonella, Giulia e tre manager di Fondiaria Sai sono accusati di "false comunicazioni sociali". Il figlio Gioacchino è ricercato. Avrebbero occultato un buco nella riserva sinistri di 600 milioni. Il legale: "Custodia cautelare spropositata"

La Procura di Torino ha emesso sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di quattro componenti della famiglia Ligresti e di tre manager, all'epoca dei fatti in posizioni di vertice nell'ambito di Fondiaria-Sai.

Salvatore Ligresti ai domiciliari, le figlie in carcere - I membri della famiglia destinatari dei provvedimenti sono Salvatore Ligresti e i figli Ionella, Giulia Maria e Gioacchino. Salvatore Ligresti, ex presidente onorario, si trova ai domiciliari, mentre le figlie in carcere. Gioacchino risulta allo stato "ricercato". I finanzieri sanno che il manager si trova in Svizzera. "Non vuole tornare - ha detto il procuratore aggiunto Vittorio Nessi -. Ma esistono convenzioni internazionali e le possibilità di soluzioni ragionevoli".
Tra i manager finiti in manette Emanuele Erbetta è stato portato in carcere mentre, Fausto Marchionni e Antonio Talarico sono ai domiciliari.

L'accusa: false comunicazioni sociali e aggiotaggio - Il reato di cui gli indagati sono accusati è quello di false comunicazioni sociali. I fatti contestati dagli investigatori riguarderebbero l'occultamento al mercato di un 'buco' nella riserva sinistri di circa 600 milioni di euro, la cui mancata comunicazione avrebbe provocato danni ad almeno 12mila risparmiatori.
Il danno patrimoniale subito da Fonsai a causa del comportamento degli indagati, secondo  il procuratore aggiunto di Torino, Vittorio Nessi, sarebbe "di 300 milioni di euro".
Tra i reati contestati dalla Procura anche l'aggiotaggio informativo: "Diffondevano notizie false occultando perdite e dunque influenzando le scelte degli azionisti".
Il procuratore aggiunto ha inoltre precisato che è stata la Consob, l'organismo di controllo della Borsa, a segnalare alla magistratura nell'aprile del 2012 sospetti sulla correttezza dei bilanci di Fondiaria Fonsai.

L'origine dell'inchiesta - L'inchiesta della procura di Torino su Fonsai era stata aperta nell'estate 2012 sulla scia di quella milanese su Premafin, società del gruppo Ligresti. Avviata per l'ipotesi di falso in bilancio e ostacolo all'attività di vigilanza relativamente al quadriennio 2008-11, si era ampliata lo scorso febbraio con l'aggiunta dell'ipotesi di infedeltà patrimoniale dopo la presentazione di numerose querele da parte degli azionisti.
La Guardia di finanza aveva perquisito più volte le sedi del gruppo sparse sul territorio italiano e sequestrato numerosi supporti informatici con almeno 12 terabytes di materiale che è stato analizzato nel corso degli ultimi mesi. Il buco di 600 milioni si riferisce alle riserve sinistri che Fonsai aveva contabilizzato nel bilancio 2010, poi utilizzato per predisporre l'aumento di capitale del 2011.

Il legale: "Custodia cautelare misura spropositata" - "Le esigenze di custodia cautelare sono assolutamente spropositate" è il commento del legale della famiglia Ligresti Gianluigi Tizzoni a SkyTG24. La reazione degli assisiti è stata "di sorpresa" dice ancora il legale.


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