Ruby, udienza rinviata per le condizioni di Berlusconi

Cronaca
Silvio Berlusconi in tribunale per un'udienza del processo Ruby (Fotogramma)

I giudici hanno fissato le prossime date del processo dopo che in tribunale è giunto un nuovo certificato medico nel quale si sottolinea che l’imputato soffre ancora di “sbalzi pressori”. Ghedini: "Il contrario di ciò che dice Napolitano"

Il processo Ruby è stato rinviato al prossimo 18 marzo a causa delle condizioni di salute dell'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ricoverato da venerdì scorso all'ospedale San Raffaele per un problema agli occhi.
Ulteriori udienze sono state fissate per le date del 20, 21 e 25 marzo. In quest'ultima potrebbe già arrivare la sentenza.    
Nella giornata di mercoledì 13 marzo è giunto al Tribunale di Milano un nuovo certificato dei medici del San Raffaele, secondo cui Berlusconi, imputato nel processo, soffre ancora di "sbalzi pressori". 
Durante l'udienza odierna, il presidente del collegio giudicante Giulia Turri aveva chiesto un aggiornamento sulle condizioni di salute di Berlusconi e Niccolò Ghedini, uno degli avvocati della difesa, ha spiegato che l'ex premier è stato sottoposto, nella giornata di martedì, a una tac coronarica ed è ancora ricoverato.

"Giudici fanno il contrario degli auspici di Napoltiano" - Netta la reazione di Ghedini: con la fissazione ravvicinata delle prossime udienza del processo Ruby (18, 20, 21 e 25 marzo) - dice l'avvocato - i giudici del processo Ruby "fanno esattamente il contrario di quello che il Capo dello Stato ha auspicato e cioè di dare tempo a Berlusconi di poter esercitare i suoi diritti politici". "Vengono fissate addirittura 4 udienze consecutive - aggiunge - oggi addirittura ci hanno chiesto se acconsentivamo di procedere in assenza di Berlusconi".

"Dibattito indecente" - Il tutto mentre si infiamma lo scontro politico, con il dirigente del Pd, Fabrizio Migliavacca, che spiega (VIDEO) che se in Parlamento arrivasse una richiesta di arresto per Silvio Berlusconi il Partito democratico potrebbe votare a favore. "Dovremmo vedere le carte" spiega l'esponente del Pd, aggiungendo che "se gli atti fossero fondati" il suo partito voterebbe per la richiesta di arresto.
E proprio su questo punto Ghedini dice che si tratta di "un dibattito indecente, perché si cerca da parte di qualcuno di aizzare alcuni magistrati a prendere provvedimenti che altrimenti non prenderebbero".

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