Schettino: l'inchino della Concordia? Ragioni pubblicitarie

Cronaca

"Ho ritardato l'allarme" spiega ai pm. Ma l'omaggio fatto dalla nave era voluto e pianificato con Costa Crociere. Poi rivela: "La scatola nera era rotta da 15 giorni". Ecco la verità del comandante. FOTO E VIDEO: LO SPECIALE

LO SPECIALE: foto, video e ultime notizieL'ALBUM: Tutte le immagini - TUTTI I VIDEO

LA CONFERENZA STAMPA
: Costa Crociere: "Un errore umano"

LE TELEFONATE - "Schettino, salga a bordo": l'audio della telefonata - La Costa Concordia alla capitaneria: "Abbiamo un black out"

Omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave, abbandono di disabili. Sono questi i capi d'accusa formulati dalla Procura di Grosseto nei confronti di Francesco Schettino, il capitano che il 13 gennaio era al comando della nave naufragata davanti all'isola del Giglio. Durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip, il comandante avrebbe fornito la sua versione dei fatti e lanciato accuse precise. La scatola nera della nave, ad esempio, non funzionava da ben 15 giorni. Il discusso inchino, inoltre, è una prassi conosciuta e condivisa dall'armatore Costa Crociere. 

Inchino pianificato per ragioni pubblicitarie - "L'inchino al Giglio del 13 gennaio venne pianificato e voluto dalla Costa prima della partenza da Civitavecchia" per ragioni "pubblicitarie". Questa le parole del comandante Francesco Schettino nell'interrogatorio del gip Valeria Montesarchio, secondo quanto riportano alcuni quotidiani.
Gesto, questo, compiuto già altre volte. "L'ho fatto in passato anche con la Costa Europa e altre navi" avrebbe detto Schettino, che avrebbe ipotizzato un altro possibile 'movente' dell'inchino (dedicato al maitre e all'ex comandante Mario Palombo): una sorta di gara con un altro comandante, Massimo Garbarino, che "faceva gli inchini lì e io gli promisi - gli ho mandato anche una email - che, alla successiva estate, l'avrei fatto".

La scatola nera non registrava da 15 giorni - A queste dichiarazioni si aggiunge un particolare che, se confermato è destinato a suscitare più di qualche polemica: la scatola nera sarebbe stata rotta.
"A bordo avevamo il problema che da 15 giorni si era rotto il back-up del sistema Vdr e avevamo fatto richiesta all'ispettore di aggiustarlo". Il comandante comunque sostiene che "sulla parte più alta della nave c'è il Voyage data recorder, che comunque registra a prescindere".
Ed è proprio il Voyage data recorder a mancare all'appello. Nonostante le ricerche, i sommozzatori non sono ancora riusciti a recuperarlo. I dati registrati  da questi supporti informatici sono determinanti ai fini dell'inchiesta, per ricostruire con esattezza quanto avvenuto la sera  del naufragio.

Ho dato tardi l'allarme - Riguardo i ritardi dell'allarme, Schettino avrebbe spiegato: "Prima di dare l'emergenza dobbiamo essere sicuri perché non voglio rimanere con i passeggeri in acqua, né creare panico che la gente mi muore per nulla". Schettino avrebbe poi riferito di aver avuto numerosi contatti con l'armatore. Con il marine operator della Costa Roberto Ferrarini "ci siamo sentiti più volte. Non ricordo quante". Ferrarini gli avrebbe promesso: "Mando gli elicotteri". Schettino avrebbe inoltre dichiarato che in plancia con lui quella sera c'erano anche il maitre Tievoli e Manrico Giampiedroni. (I VOLTI DEI PROTAGONISTI)

Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]