Caso Ruby, cinque ragazze ammesse come parti civili

Cronaca

Iris Berardi, Barbara Guerra, due ex miss Piemonte e Imane Fadil potranno partecipare come soggetti potenzialmente danneggiati al processo che vede imputati Mora, Fede e Minetti. Una di loro: "Voglio togliermi un po' di sassolini dalle scarpe"

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Il reato di induzione e favoreggiamento della prostituzione che viene contestato dall'accusa a Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede per il caso Ruby, è un reato che lede "la dignità della persona umana con riferimento alla libertà di autodeterminazione nella sfera sessuale".
Con queste motivazioni, in sostanza, i giudici della quinta sezione penale di Milano hanno ammesso come parti civili nel processo Iris Berardi e Barbara Guerra e hanno respinto la richiesta delle difese di estromettere le due ex miss Piemonte Ambra e Chiara e la modella marocchina Imane Fadil che si erano già costituite (guarda le foto).
A questo punto nel processo sul caso Ruby a carico dei tre imputati ci sono cinque ragazze, che avrebbero partecipato ai presunti festini hard ad Arcore nella villa di Silvio Berlusconi, parti civili che potranno chiedere i danni agli imputati.

Una delle ragazze: "Voglio togliermi un po' di sassolini dalle scarpe" - "Sono contentissima, così si saprà tutto e così si farà luce su tante cose. Non vedevo l'ora che cominciasse il processo. Ora che sono stata ammessa come parte civile, voglio togliermi un po' di sassolini dalle scarpe". 
Con queste parole la modella marocchina Imane Fadil ha accolto la decisione dei giudici. La ragazza ha aggiunto che non se lo aspettava e soprattutto che "non mi aspettavo che altre ragazze decidessero di essere parti civili", come hanno fatto oggi, praticamente all'ultimo istante, Iris Berardi e Barbara Guerra.

L'avvocato di Fede chiede di unire il processo con quello di Berlusconi - L'avvocato Nadia Alecci, che difende Emilio Fede nel processo sul caso Ruby anche a carico di Lele Mora e Nicole Minetti, ha intanto chiesto ai giudici della quinta sezione penale di Milano di riunire il procedimento a carico dei tre imputati a quello in corso davanti alla quarta sezione penale a carico di Silvio Berlusconi, imputato per concussione e prostituzione minorile.
Secondo il legale, infatti, "l'origine e l'evoluzione dei due processi spiegano le ragioni di questa richiesta di riunione". I due procedimenti - spiegano dalla difesa - "al di là dei reati contestati, hanno in comune il materiale probatorio sul quale il pm fonda la colpevolezza di Fede, Mora, Minetti e Berlusconi e il quadro di indagine quindi è unico". E soprattutto, secondo il difensore, "c'è un problema in ordine alla genuinità della prova, perché un teste già sentito nell'altro processo per ore quando dovrà essere sentito in questo processo sarà condizionato e già influenzato dalle domande e dalle contestazioni che gli sono state fatte".

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