Giglio, 6 i morti. Sale il numero dei dispersi

Cronaca

La capitaneria di porto annuncia che le persone che mancano ancora all'appello sarebbero 29 anziché 16. Il ministro Clini: "Al momento non c'è carburante in mare". Costa Crociere: è stato un errore umano. Il comandante in cella sorvegliato a vista

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LA CONFERENZA STAMPA
: Costa Crociere: "Un errore umano"

Ventinove e non sedici. Il numero degli scomparsi del naufragio della Costa Concordia sale nella serata di lunedì 16 gennaio, quando il comandante generale della Capitaneria di porto-Guardia costiera, Marco Brusco annuncia il nuovo bilancio delle persone mancanti all'appello. Si tratterebbe di 4 membri dell'equipaggio e 25 passeggeri. Almeno una decina, spiega Brusco, sarebbero tedeschi, mentre gli italiani dovrebbero essere sei. Ci sono ancora "alcune zone che devono essere verificate" ha spiegato il comandante e dunque ci può essere ancora "ancora un barlume di speranza". Tra i dispersi ci dovrebbe anche essere una bimba di 5 anni che viaggiava con il padre e la sua compagna.

Il maltempo ostacola le ricerche - Per alcune ore, le ricerche però si sono dovute interrompere a causa del mare mosso. La nave, infatti, ha cominciato a muoversi dalla posizione in cui si era incagliata. Il coordinamento dei soccorsi ha sospeso quindi le ricerche ed evacuato i sub di vigili del fuoco e capitanerie. Dopo alcune ore le ricerche sono riprese per poi fermarsi nuovamente a fine giornata. Al momento la nave si è spostata di 9 centimetri sulla verticale e 1,5 in orizzontale.

Rientrato il rischio ambientale - Ma insieme al dramma umano, per tutto il giorno si è profilato il rischio di un disastro ambientale. "Il rischio per l'isola del Giglio è altissimo, l'obiettivo è quello di evitare che il carburante esca dalla nave e stiamo lavorando su questo", ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, in mattinata che aggiungendo: "Abbiamo il senso dell'urgenza, occorre fare in fretta". Solo in serata il responsabile del dicastero dell'ambiente ha potuto rassicurare: "Sulla base degli accertamenti fatti
finora non risulta perdita di carburante". Per le chiazze di liquido apparse vicino allo scafo
affondato all'isola del Giglio "si tratterebbe di fluido oleoso fuoriuscito della nave ma non di carburante. Al momento non abbiamo carburante in mare".

"Il naufragio per un piccolo favore" - Intanto, mentre la cronaca di queste giornate restituisce le gesta di alcuni uomini, tra cui il commissario capo della nave salvato in elicottero, emergono ulteriori dettagli sulla dinamica del naufragio, avvenuto nella serata di venerdì 13 gennaio. L'incidente mortale nasce da "un piccolo favore", scrive il Corriere della Sera, "un omaggio al maitre e a un vecchio ufficiale", finiti inconsapevolmente e loro malgrado al centro della tragedia (guarda la rassegna stampa). Non solo. Nella ricostruzione di Bonini e Mensurati, su Repubblica, si legge dei ritardi nel lanciare l'allarme, il cosiddetto Mayday. Il comandante Schettino avrebbe indugiato per diverso tempo prima di concedere, su proposta altrui, di inviare il segnale.

L'ex ammiraglio: "L'inchino non era per me"
- E un ex ammiraglio, Mario Terenzio Palombo, è stato sentito dai magistrati della Procura di Grosseto rispetto all'inspiegabile avvicinamento della nave all'isola del Giglio per il cosiddetto 'inchino'. "L'inchino, che poi non si chiama così perché l'inchino si fa solo in chiesa, se davvero c'èstato non era per me" ha detto l'ex ammiraglio agli inquirenti a Grosseto, ai quali ha spiegato che venerdì scorso si trovava a Grosseto e non all'Isola del Giglio. "L'avvicinamento al molo, così si chiama quello che ora tutti chiamano 'inchino', in passato era stato fatto 4-5 volte, ma in estate e in sicurezza" ha aggiunto.

La capitaneria: "E' ammunitanemento" - Sul sito di Il Fatto Quotidiano sono state pubblicate le trascrizioni del colloqui tra la capitaneria di porto e il comandante Francesco Schettino. Dalla ricostruzione emergebbe che il capitano avrebbe a lungo negato l'accaduto, sostenendo di avere solo un problema tecnico. Nonostante le sollecitazioni della capitaneria il comandante Schettino avrebbe abbandonato la nave, mentendo sul numero dei passeggeri a bordo, tanto da venire accusato di ammutinamento.

Il comandante sorvegliato a vista
- Intanto il comandante Francesco Schettino è in stato di fermo: è accusato di aver fatto avvicinare troppo la nave all'isola e di averla abbandonata prima che tutti fossero in salvo (l'intervista al procuratore). Martedì il gip del tribunale di Grosseto lo interrogherà durante l'udienza di convalida del fermo disposto a suo carico, con le accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono di nave. Schettino in cella è sottoposto a "grande sorveglianza a vista" ed è assistito anche da uno psicologo. Il suo legale, l'avvocato Bruno Leporatti lo ha incontrato trovandolo "affranto e costernato" per l'accaduto. "Con la manovra di emergenza il comandante Schettino ha salvato numerose vite umane" sostengono i suoi difensori.

Costa Crociere: "Non possiamo negare l'errore umano"
- Intanto anche la compagnia nautica punta il dito contro di lui: "Non possiamo negare che ci sia stato un errore umano", ha detto in conferenza stampa, Pier Luigi Foschi, presidente e ad della Costa Crociere (qui tutti i video della conferenza stampa). "Noi daremo assistenza legale al nostro comandante - ha spiegato - ma non possiamo negare che ci sia stato un errore umano".

La nave sarà rimorchiata o fatta a pezzi - Per quanto riguarda il relitto della nave, che si trova a pochissimi metri dalla costa, "per quel che resta della Concordia il destino è segnato", scrive il Corriere della Sera. Una volta svuotate le cisterne, la nave da crociera dovrà andarsene da lì, o con un rimorchiatore, o altrimenti a pezzi, dopo essere stata tagliata. In ogni caso, il recupero del carburante sarà portato a termine quanto prima, subito dopo la fine delle operazioni di soccorso.
Il ministro Clini ha chiarito che: "Il fatto che ci sia la nave sotto sequestro non libera l'armatore (Costa Crociere, ndr) dall'obbligo di presentare e adottare le misure necessarie per rimuovere i fattori di rischio".

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