Splinder chiude dopo 10 anni. Il saluto dei blogger

Cronaca
L'home page di Splinder con l'avviso della chiusura il 31 gennaio 2012
splinder

Il 31 gennaio 2012 la storica piattaforma verrà dismessa. Nel periodo d’oro ha ospitato la maggior parte dei blog italiani. Tanti i post di addio degli utenti. Confuso, una delle prime blogstar: “È un peccato, bastava uno sforzo di fantasia per salvarla”

di Valeria Valeriano

“È finita. Si smobilita”. Borisbattaglia ha aperto il suo blog su Splinder nell’aprile 2005. Ora, dopo più di sei anni, dà l’addio e annuncia il trasferimento su un’altra piattaforma. Come lui tanti altri utenti. Ma la fuga da una delle comunità storiche italiane, in molti casi, non è volontaria. Anzi, è un passo obbligato. “A partire dal 31 Gennaio 2012 il servizio Splinder verrà dismesso – recita una nota sull’home page del sito –. A breve verrà inviata una comunicazione con le indicazioni da seguire per recuperare tutti i contenuti dei blog ospitati. Sarà inoltre possibile attivare un redirect su un nuovo indirizzo web”. Così, con un breve avviso rosso su un lato della pagina, molte persone sono venute a sapere che il loro diario online sparirà tra pochi mesi.

La storia. Splinder è una delle piattaforme di blogging più conosciute in Italia, tra le prime a vedere la luce. Era il 2001 quando è stata lanciata da Tipic Inc. Nel 2006 è diventata di proprietà del gruppo Dada. Per anni ha ospitato la maggior parte dei blog nostrani. Nel 2008 ha toccato quota 600mila iscritti e festeggiato il superamento di 400mila diari online aperti. Anche a causa della concorrenza di altre piattaforme, come WordPress e Blogger, è iniziato il declino e molti blog sono stati abbandonati o trasferiti. Le voci di una possibile chiusura circolavano da un po’, avvalorate anche dalla mancanza di aggiornamenti e manutenzione del sistema da oltre un anno. Nei giorni scorsi ecco la conferma dell’amministratore delegato di Dada, Claudio Corbetta. In un’intervista al Post ha raccontato che la società ha rifiutato un’offerta di salvataggio di Banzai e ha messo la parola fine su Splinder: "Mantenere attiva la piattaforma richiede risorse e tempo e in questo momento in Dada dobbiamo concentrarci sulle nostre attività chiave".

L’addio dei blogger. Appena la notizia della chiusura è diventata ufficiale, sui blog della piattaforma sono partiti i commenti. “Non sapete quanto diavolo mi dispiace abbandonare questo blog, che notiziaccia. È stato bello”, dice Elisa. “Trovo tutto ciò un poco triste e mi fa venire in mente il negozio al quale sei affezionato che è costretto a chiudere perché hanno installato un mega iper store nelle vicinanze”, scrive EmmetBrown. E anonimok: “Improvvisamente il tuo paese, quello in cui sei nato, dove sei cresciuto, dove sono i tuoi amici, va in crisi. Non ha più futuro. Non c'è altra soluzione per sopravvivere che emigrare. Curioso come il virtuale emuli il reale”. “Mi spiace moltissimo lasciare questo blog, ci avevo lavorato tanto. Qui ho conosciuto la più bella gente mai conosciuta in un sito internet. Era uno spazio che adoravo”, digita SoloAnima. “Splinder mi mancherà. Ha ospitato tutti i miei blog sin dalla tenera età (leggi: ai miei tempi bimbominkieschi)”, scherza Sheri. “Sono passati molti anni da quando per la prima volta ho varcato la porta di un blog, con Splinder: era il 2004”, scrive raccontatore. “Il naufragio di Splinder è anche il naufragio dei miei blog”, sostiene waterdrop.
Qualcuno si sente come se dovesse abbandonare una casa. “ I peggiori sospetti di noi inquilini di casa Splinder sono diventati certezza. In netto anticipo rispetto al famigerato 21 dicembre 2012, il piccolo mondo che per anni ha rappresentato questa community cesserà di esistere”, scrive gwendalyne in un post intitolato “Ingiunzione di sfratto”.
Molti, poi, chiedono consigli sulle altre piattaforme, temono di perdere i propri contenuti e gli amici conosciuti in rete, segnalano il link della nuova pagina sulla quale si stanno trasferendo. “Non voglio perdere la traccia delle persone che ho seguito con affetto e condivisione per sette anni”, si legge tra i commenti dell’ultimo post di Alidada.
Altri, seppur con amarezza, ringraziano Splinder e colgono l’occasione per ripercorrere gli anni passati insieme. Come Silvio: “È piacevolissimo rileggere scritti che ormai avevo dimenticato, ritrovare foto che ogni volta (e sempre più) regalano emozioni che si rinnovano più intense che mai, ridere delle cose senza senso che ogni tanto mi sono divertito a pubblicare”.

L’addio di Personalità confusa. Tra i post di congedo dalla piattaforma c’è quello di un utente che “se ne va su un sito tutto suo portandosi dietro un decennio di archivi, quasi mille post e 46.553 commenti” e saluta così: “Addio Splinder, è stato bello ma da adesso in poi si continua dall'altra parte”. Non è il messaggio di un blogger sconosciuto. Confuso, l’autore, è una blogstar dei primi anni Duemila. Il suo “Personalità confusa”, con la grande galleria di personaggi e storie, è stato il blog più linkato d’Italia. Seguitissimo, con più di mille contatti al giorno. “La chiusura di Splinder per la comunità dei blogger italiani è una sconfitta – racconta a Sky.it –. Perderemo un sacco di contenuti. È un peccato: Facebook grazie ai contenuti generati dagli utenti fa dei bei soldi, le aziende italiane invece chiudono e tornano a vendere suonerie per cellulari”.
Confuso ha aperto la sua pagina nel 2002, “quando Splinder era ancora un neonato di un anno” ma già “era al centro della vivace comunità dei blogger italiani”. “All’epoca i siti degli editori erano semplici vetrine dove vendere e/o promuovere i giornali di carta – spiega –. Il campo dei contenuti era sgombro, c'era spazio per nuovi contenitori, nuove persone che avessero storie da raccontare, magari scritte meno bene di quanto facessero i giornalisti ma almeno gratis e con costanza. La geniale intuizione dei fondatori di Splinder fu proprio questa”.
Per Confuso non sono stati, come sostiene qualcuno, i social network a uccidere Splinder: “All'estero esistono molti servizi di blogging gratuiti che si integrano agilmente con Twitter e Facebook”. Il problema, secondo lui, è economico: “Chi lo sta gestendo vorrebbe guadagnarci tanti quattrini ma non sa come farlo. A mio avviso bastava uno sforzo di fantasia per salvarlo e renderlo in qualche modo redditizio per il suo proprietario”.
Per la vecchia piattaforma c’è comunque gratitudine: “Mi ha dato ospitalità gratis per tanti anni, il che non è poco. Mi ha permesso di incontrare un sacco di gente interessante e sono nate anche diverse opportunità di lavorare e guadagnare. Mi rimangono tanti bei ricordi, tante belle persone conosciute e tante parole mie e di chi ha partecipato al mio blog con me in questo lungo periodo”. Ma tutto ciò, come molti altri suoi colleghi meno conosciuti stanno cercando di fare, Confuso lo porterà con sé altrove nel web.

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